Motto


"Chi scende, non sale; chi sale, non zucchero; chi scende, zucchero".



Per scaricare il poliziesco pentadimensionale I delitti di casa Sommersmith, andate qui!!!

sabato 15 giugno 2013

Pubblicità, pubblicità.

Mi raccomando, sul blog gemello del nostro stanno succedendo cose...

http://animaperta.blogspot.it/2013/06/la-leggenda-di-kallistea-1.html

 http://animaperta.blogspot.it/2013/06/philosophia-medica-alle-origini.html

giovedì 13 giugno 2013

Nomina nuda tenemus.

Mentre scriviamo, la Spocchia ci gratta la testa, impegnati entrambi a capire cosa diavolo sia successo alle più recenti elezioni amministrative, dacché è chiaro che le ipotesi sono riducibili a due:

a) Gli elettori italiani sono pazzi.
b) A febbraio tutto lo Stivale ha compiuto un salto nell'iperspazio.

Molto si è detto su questa tornata amministrativa, che ha visto trionfare in modo quasi imbarazzante il PD, laddove il PDL ha perso tutte le piazze più importanti, Brescia compresa, e il Movimento di Grillo, se esiste ancora una Heimarméne degna di questo nome, incomincia finalmente a squagliarsi.
E quindi l'astensionismo; e quindi che nel 2008 c'era stata la coincidenza con le elezioni politiche e il traino dei votanti era diverso; e quindi che ancora una volta gli elettori rossi sono i più fedeli, nonostante le larghe intese; e quindi il PD è forte localmente ma invisibile a livello nazionale; e quindi il PDL...
Sì, proprio in quanto ex-elettore di centrodestra (o meglio di QUESTO ultimo centrodestra) vorrei chiosare sulla facile e reversibile chiosa con cui i chiosatori hanno chiosato i loro interventi: al contrario del PD, il PDL è del tutto inesistente a livello di organizzazioni locali, ma quando a livello nazionale scende in campo Berlusconi non ce n'è per nessuno, difatti i sondaggi ecc.ecc., ma cosa vuoi, Silviuccio non può mica spolmonarsi su è giù per tutta Italia a sostenere i suoi candidati, suvvia...
Però, però... secondo me la cosa è ancora più fantascientifica. Cioè: poniamo pure che tutti gli astenuti siano elettori di cdx in qualche modo delusi dalle larghe intese, e magari pure grillini che dopo due-tre mesi di sceneggiate hanno capito a che razza di idioti hanno dato in mano 160 seggi tra Camera e Senato, senza contare le piazzate da sciampista in menopausa della ex-capogruppo alla Camera Roberta Lombardi, la classica ignorante cosmica che meno sa più attacca, con il naso prominente e arrogante e la smorfia perenne a bocca arcuata all'ingiù tipica delle massaie che litigano alla morte se credono di essere state scavalcate alla cassa del supermercato,



o dell'ex capogruppo senatorio Crimi, una specie di Brucaliffo col triplo mento capace solo di arieggiare concetti altrui.





Ebbene, poniamo pure ciò, sarebbe davvero possibile interpretare per sottrazione la vittoria del csx? Coi sondaggi nazionali che danno il cdx al 39%?
No, chiaro. Il fatto è che noi si continua a perseverare nell'errore di parlare di centrodestra. Rassegniamoci tutti in coro a decretare la non-ontologicità della coalizione al di fuori della carnale percepibilità dell'inventore, inventore che ingloba noumenicamente la sua stessa creatura. È Berlusconi al 39%, non il suo partito.
Secondo me, chi a febbraio votò cdx, soprattutto quel 13% di gente che non ci avrebbe mai pensato prima della ridiscesa in campo di Silviuccio, ha proprio votato Silviuccio e basta, o meglio, Silviuccio piuttosto che quelli là della sinistra. La qual cosa sembra un truismo di quelli tosti, ma invece dice ben di più: chi vota Silviuccio lo fa, ma dietro Silviuccio non vede nulla. Di fatto, il partito non esiste, chi vota Silviuccio vede lui e solo lui. Il dramma dell'ultima stagione del cdx berlusconiano sta tutto nel fatto che Silviuccio non porta con sé una squadra, un cumulo di idee, una base programmatica; no, egli porta solo se stesso, la sua affabulatorietà, i suoi slogan (che non sono programmi, ma solo il surrogato liofilizzato e spottoso di un programma), la sua visione cartoonesca e smaltata della società, i suoi harem di fedelissime e la sua squadra di ringhiosi pugilatori da piazza mediatica, ma tutto ciò non fa un partito, al limite un clan legato da una trustis di tipo longobardo o più ampiamente germanico. Non è però un partito, perché tutto si gioca nell'emanazione immanente della mente del Capo che, come l'Uno neoplatonico, produce Psiche, Intelletto e giù giù, ai bordi estremi della scala dell'essere, irrora di sé la materia informe, ovvero l'elettorato, e si porta i voti e gli eletti in Parlamento, detto però che gli eletti stessi sono tutti ricompresi nell'Intelletto primigenio silviesco. Bloccata l'emanazione, fine dei giochi, perché il partito è tutto dentro Colui che lo ha concepito, non è un'entità tangibile all'esterno delle circonvoluzioni del fondatore. Ed è chiaro a chiunque che, politicizzata o no che sia la nostra magistratura, i processi Ruby et similia una concreta badilata di letame energoassorbente la stanno ben gettando sul processo dell'emanazione ipostatica di Berlusconi. Quando si sente della nota intellettuale Nicole Minetti vestita da suora per compiacere il Capo, Capo da lei stessa per sua ammissione definito oggetto di amore puro, quando si conclude che ad Arcore le cenette erano piuttosto frizzanti e finivano quasi sempre con cospicue elargizioni alle disperate di turno, non può non prodursi nel corpo votante il seguente pensiero: "Silvio, ma per avere emolumenti da te, bisogna proprio essere strafighe come le Olgettine?". Perché alla fine è questo: che Berlusconi, a casuccia sua, zompasse su Marystelle Polanco o facesse sfilare una di quelle sceme lì in costume da infermiera, obiettivamente, cale e non cale. Sii un buon capo di Governo e dopo, come direbbe Machiavelli, guardati dai vizi che ti torrebbono il potere, ma coltiva con abile dissimulazione quelli che non lo torrebbono, ma è meglio che il popolo non sappia. Se però io, italiano medio che lotto ogni dì per mettere insieme pranzo e cena per dare una parvenza di avvenire ai miei figli, sento che la tua generosità va sempre in direzione del delta di Venere, mentre io, povero e sfigato, da Arcore non uscirei nemmeno con un portachiavi di Uomini e Donne, ecco che la luce silviesca va sbiadendomisi.
Vorrei pertanto opinare che in questo caso specifico delle amministrative hanno pesato sia l'assenza di Silviuccio, ovvero l'assenza del partito, ma anche tutte quelle questioncelle in materia di condanne, rivelazioni, udienze pruriginose che durante la campagna elettorale per le politiche erano state silenziate dal legittimo impedimento che permetteva a Berlusconi di spostare gli appuntamenti tribunalizi. Ciò dimostra, occamianamente, che Silvio è ormai un puro nome che aggrega le folle, ma dei nomi ha la genericità e la volatilità e soprattutto la sporcabilità: la formula Silvio-Minetti-Suora-Zoccola o Silvio-Condanna-Interdizione diventa sintagma devastante per chi in Silvio cerca solo la consolazione simbolica di non dover essere costretto a vedersi governare dagli altri. Chi lo guarda con gli occhi spiritati dei veggenti di Medjugorie non ascolta nemmeno le sue parole, gli basta quel tono assertivo che è lo stesso da vent'anni, gli bastano i gesti tonitruanti, la scansione delle subordinate, la circolarità dell'argomentazione, però della ciccia dei discorsi resta poco, perché ormai conta Lui. Quando è andato a battagliare da Santoro a Servizio Pubblico, ciò che i fedelissimi ricorderanno è che ha lasciato interdetto Travaglio rinfacciandogli cose secondo la tradizionale strategia rinfaccista del PDL, ma a nessuno è rimasto in mente su cosa lo ha lasciato interdetto. Basta il fotogramma. Sì, direi proprio il cdx non è più, mi rammarica ammetterlo, e per qualcuno non lo sarà mai stato, un luogo politico, ma un film muto. Sbiadito e pieno di strisce verticali. Solo un sussulto cinefilo potrebbe farlo rivincere in eventuali politiche a breve termine, ma con che contenuti? 

Addendum
Spiace, per noi che leggemmo Il giornale con voluttà sia sotto la direzione Montanelli che sotto le successive, godendo di articoli, specie nelle pagine culturali, che smontavano pezzo per pezzo certi miti del conformismo culturale sinistrese, spiace dicevo vedere che oggi quella testata è ridotta a livelli che nemmeno i fogli del Comintern. A parte le varie macchine del fango, a parte la fisiologica partigianeria che è innata nei giornali di partito quale anche Il giornale ormai è, come non si può restare costernati di fronte ai titoli dell'edizione online di martedì, a ballottaggi finiti e cdx stramazzato? Titolone d'apertura: "Crolla Grillo", titolino sotto: "Il PD vince nell'astensionismo", titolino ancora più sotto: "Alemanno perde, il fallimento di AN". Colpe pidelline e/o berlusconiane zero. Altri erano i tempi, come alle elezioni del 1996, vinte dal csx con il ridicolo e boomerangesco meccanismo della desistenza con Rifondazione Comunista, allorché Il giornale dedicò più fondi a firma Feltri ad esaminare lucidamente i motivi della sconfitta del cdx a quella tornata. Oggi no, oggi copriamo ciò che tutti vedono, zitti tutti sul fallimento del PDL e in particolare della triplice voce alfaniana (segretario, vicepremier, ministro). Come quando perdeva il PCI e la DC incassava il suo consueto 32-35%, e i fogli trotzkisti titolavano: "La maggioranza degli italiani NON HA votato DC"; del resto un detrattore del Cristianesimo potrebbe dire che Gesù non era neanche capace di nuotare se era costretto a camminare sulle acque, no?