Motto


"Chi scende, non sale; chi sale, non zucchero; chi scende, zucchero".



Per scaricare il poliziesco pentadimensionale I delitti di casa Sommersmith, andate qui!!!

sabato 16 novembre 2013

"Dimmi la verità o vado dalla polizia!" (coppa Lollons della serata- UGF 02 per 05).


Involontariamente comica la minaccia del Capofamiglia a Edoardo, che con la polizia ha giusto in ballo una trascurabile estorsione da 300.000 euris, detto pure che lo Zenigata facciuto Popolizio, in linea con la più alta tradizione della commedia terenziana, non vuole far uso personale del conquibus, chessò, comprarsi le mutande usate di Harry Styles, ma esso conquibus gli torna utile per far curare la moglie malata di tumore. Resta la sottilissima alzata di sopracciglio di Gassmann (non capisco mai con quante N finali vada scritto, vabbe') che è tutto dire: "A pa', che ddevo ride?".


Ke palle, Valeeeeee! Kome faccio se non poxo kiamare Raul?


Scenetta a parte, l'episodio 5 della Big Family fila via decisamente meglio dei predecessori (o precedenti?), poiché c'è qui ciò che, mancante nelle serie con millemila personaggi, rende dette serie un formicaio impazzito, ovvero il Luogo o l'Evento che fa da perno agli svariati destini individuali, i quali verso lì tendono e da lì ripartono. Stavolta tutto ruota attorno al matrimonio di Fehlbehrbauhm col cessivendolo, e quindi una spina dorsale le storie dell'episodio si trovano ad averla. Ciò impedisce la noia. Del resto, tolta la 3C ai ragazzi della 3C nella terza serie dell'omonimo telefilm, oppure tolto il negozio alle commesse capeggiate dalla Ferilli nell'omonima fiction, i risultati narrativi sono colati a picco.
Tant'è. Semmai orticariogena è la pippata di inizio episodio, quando a turno ad ogni puntata si affida alla voce fuori campo di uno dei protagonisti un lungo monologo incentrato sulla famiglia e sulle sue problematiche, roba di piattezza subatomica: "La famiglia è il luogo dove si nasce, si cresce, si parte, si torna; nulla sfugge alla famiglia; puoi distruggere otto volte una Mercedes andando a sbattere contro un palo dopo una serata etilica, puoi lasciare in giro gli assorbenti usati, puoi cucinare il pollo rancido, ma la famiglia ti perdona sempre; la famiglia è il posto dove vedi la gente che fa la famiglia, dove i pensieri si pensano e le parole si dicono....". Anche qui si scimmiotta, male, il già mieloso pippozzo del finale degli episodi di Desperate Housewives: (campo lungo) "Nella vita, tutti andiamo da qualche parte: (interno casa di Bree che cuoce una testa di capretto) c'è chi va avanti (Susan in giardino seppellisce un canarino) chi va indietro (Gabrielle decapita un bambola) chi va a destra (Lynette litiga coi gemelli) chi a sinistra, ma alla fine tutti, uomini o donne (zoom su coppia gay), procarioti ed eucarioti (campo lungo su Wysteria Lane), tutti, da qualche parte, nella vita, andiamo (plum plum plum...buio)".
Tolto ciò, gli eventi filano alquanto. 

1) Il matrimonio Nico-cessivendolo tiene assieme tutto il carrozzone, regalandoci momenti di autentica comicità quando si tratta di litigare con i gazebisti che tirano su il gazebo storto, o quando Stefano inventa lì per lì che Nico non vuol più saperne del cessivendolo e per poco non lo manda in sincope. La cerimonia è assai sobria, giusto un seicento invitati, il rito cattolicissimo, il Valzer dei fiori suonato col ritmo del liscio di Raul Casadei, la cornacchia morta ad adornare il cappellino della consuocera. Convergono verso il fatidico un Edoardo ormai autentico carnefice di sua moglie, direi una specie di JR di Dallas reloaded con molta più carognaggine, Nora e il Capofamiglia che si struggono tutti, una Laura ormai pronta a buttare a mare la sue remore chiesastiche per zompasse il segaligno babbo di figlia lesbica, Nicolò che prova l'ebbrezza di non sapere cosa fa il pitturista in sua assenza (cioè, prova: proverebbe, se la sua faccia tradisse qualche emozione rispetto all'assetto base, ma è chiedere troppo); divergono invece i destini di Raoul, umiliato da chiunque lo incontri ("Te sei una parentesi!", gli sbatte in faccia Edo, con disprezzo neanderthaliano; "Salvo è adottabile, ma lei è un fottuto single!!!", lo incenerisce il giudice dei minori), costretto per l'ennesima volta a consolarsi con la solita cavalcata in mezzo alla natura selvaggia, cavalcata che si interrompe sempre prima di sfracellarsi contro un tronco che taglia la strada e che porterebbe il belloccio a fare la fine meschina di Anthony di Candy Candy; diverge pure Stefano, il testimone-pierino che in realtà sente ormai vicinissimo il momento della conoscenza biblica con la capa, che obiettivamente non aspetta altro. Difatti il nostro Calimero abbandonerà tutti per raggiungere la casa di lei, dopo che la sera prima gli era stato fornito l'indirizzo di una saracinesca. E lei, vogliosa come giovane e NON inesperta femmina di mandingo, gli propone di andare a casa di lui, sperando che intanto le piume siano state fatte sparire, per copulare in geometrie che si decideranno di volta in volta: PURTROPPO tutto è lasciato all'immaginazione, poiché il massimo che il regista birichino ci concede è la visione di Stefano con la camicia semiaperta sui pelazzi del petto e lei che gli frana addosso come mai ha fatto con alcuno dei lavabi della cesseria.

Pronto, Beyonce'? Ma è un supplizio così tutte le volte??

2) È poi tutto un bell'invertirsi di ruoli (ah, Plauto...) che impone allo spettatore la voluntary suspension of disbelief, altresì detta: "Piuttosto di Santoro, mi guardo questi qua...". Chiara, ridotta come si diceva a puro manichino nelle sapienti e crudeli mani di Edo, non sa più come contattare Raoul, poiché il Risorto (Edo, sempre) le ha requisito il cellulare a sua insaputa, come una quindicenne bimbominkia qualsiasi. E allora cosa accade? Che la madre chiede alla figlia quindicenne bimbominkia di comprarle il cellulare nuovo! E la figlia non vuole! Signori miei, ma Ionesco me fa 'na pippa! Già già. Poi però, pucciosona lei, glielo fa trovare sul tavolo, ancora impacchettato. E così riprendono le relazioni diplomatiche tra i due amanti diabolici. Ma pure Raoul è in sofferenza: di fronte all'irraggiugibilità di Chiara, il cavalcatore ippoterapista si abbandona a un pianto dirotto sotto gli occhi di Salvo, che evidentemente comincia a sospettare che sotto quei muscoli pulsi un cuore di marzapane. Ecco allora che il mulattino impone la propria presenza dal giudice, anche se non serve: "Tu non puoi venire!!", "Vuoi vedere????" e Raoul abbozza. Ricevuto il pesce in faccia dal giudice, Raoul fugge a perdifiato sull'autostrada, ma poi ci ripensa, e  il mulattino saggio si fa rintracciare da Laura con telefonino. Decisamente i punti virilità del personaggio stanno sbiadendo. Siamo all'elegiaco puro: occhi sbarrati, iperattività ansiogena, crisi emotive, 'na maceria, poraccio.


Salvo, il masso che mi hai visto spostare ieri col mignolo... era polistirolo...

3) Inserti cartoon: mentre la capa dialoga affettuosamente con uno che poi scopriamo essere suo fratello, il gelosissimo Stefano li osserva grifagno, ma ciò gli fa perdere il controllo del montacarichi, con successivi tamponamento e demolizione di una quindicina di lavabi. Bello il fotogramma alla Hanna&Barbera di Calimero che guarda i due e intanto il montacarichi procede per conto suo in direzione opposta. Lol, si direbbe. Non meno grifagni gli occhiacci di Edo a Ernestino detto Tino, che curiosamente cresce di quattro centimetri ogni quarto d'ora per poi improvvisamente ritornare piccino (scene aggiunte in post-produzione?): il piccolo si sente UN FILINO intimidito dalla presenza in auto di Diego Monofaccia, e il padre non può far altro che esibire un sorriso da alligatore e dirgli: "Tino, sai cosa vedremo un giorno? Le balene....". Ah, però. Intendeva questa? O questa? E Tino, evidentemente rassicurato, ammutolisce. Ma ben peggio è l'ultima scena dell'episodio, allorché Chiara, nonostante la sindrome di Stoccolma emersa già giovedì scorso, rifiuta il coito talamico a Edo al grido di: "Fingere no, non si può!! E sai perché?", al che Gassmann, esattamente come il Kenshiro dei doppiaggi anni '80, sibila un cavernoso "Raoul....." per poi cacciare di casa come una vajassa qualunque la Rocca, costretta a mettere in valigia il primo bolerino da 2000 euro tirato fuori dall'armadio.     


Ma nun la smette mai de magna' 'sto regazzi'?

4) Restano l'auto-acconciatura di Nico, che passa da un tipo Bangles dei tempi d'oro ad un modello da santarellina de 'sto piffero, l'inspiegabile viaggio di nozze a Helsinki, il posto probabilmente meno romantico del mondo dopo il ristorante western di Gardaland, l'addio al nubilato inciuccandosi di Bellini, la querulaggine telefonika (sì, colla k) di Laura col tizio. Dai, per gli ultimi tre episodi vogliamo il sangue!  

Ciiiicci, ma dai, basta con tutto questo bigottismo! E chiama tua figlia diversamente donna, no?

domenica 10 novembre 2013

Le pagelle della settimana [8]. Tutto è relativo.

Governo Letta, ovvero  E = mc2. Prendo spunto da una freschissima riflessione del lugubre ma intelligente Corrado Augias (quello che fa le inchieste su una religione in cui peraltro non crede)(vabbe', anch'io ho scritto sulle tragedie di Seneca, ma non credo ai deliri profetici di Cassandra) iersera dalla Gruber, nell'ovattata atmosfera di Ottto e mezzo del sabato, quando Frau Dietlinde smette i panni bipartisan e convoca in studio tutti i più feroci detrattori di Silviuccio per un'ordalia sabbatico-orgiastica tutta a volta a ristabilire i sani criteri di Giustizia (che ovviamente sono i criteri della Sinistra) in un mondo troppo spesso deviato dalle televendite degli aspirapolvere. Diceva insomma Augias, a domanda di Gruber sull'opportunità delle dimissioni della Cancellieri, che in un Paese normale esse dimissioni avrebbero dovuto essere immediate, ma siccome viviamo in un Paese guidato da un pregiudicato, allora no. Il che sarebbe l'ennesima declinazione del così fan tutte, solo che le tutte stavolta sono un tuttone, Silviuccio, appunto. Non staremo qui da buoni ultimi a disquisire sul topic dimettiti-non dimetterti (per noi era un sì, ma poco cale). È semmai la meravigliosa relatività, generale e ristretta allo stesso tempo, della squadra di governo di Letta a lasciarci senza fiato. Se c'è una cosa per cui questo anomalo esecutivo passerà alla storia, non sarà per i sobri tailleurini della Lorenzin, né per la proposta di vendere le spiagge italiane (tanto Enea ha già dato...), né tantomeno per la coraggiosa invenzione della Google tax; macché: ricorderemo Jo Condor perché, lui governante per mandato altrui, il team di palazzochigini è risultato a seconda dei casi o vulnerabile come un foglio di carta velina in una bottega di coltelli o più duro del diamante più duro mai secreto dalle officine De Beers. A seconda dei casi, appunto. L'addio definitivo, forse, all'assolutezza della norma morale a favore di un'etica più, diciamo, situazionistica. 
Dicasi: Josefa Idem, per un presunto illecito a sfondo IMU commesso PRIMA DI ESSERE MINISTRO, anzi prima ancora di essere eletta in Parlamento, è stata impallinata dalla sera alla mattina. E, in linea assoluta, ci stava. Peccato che, come già notammo, ad una Idem che lamentava di essere finita sotto il fuoco di fila dei riflettori solo ora, si rispose che del resto quando si è personaggi pubblici bisogna aspettarselo, quindi se ci sono scheletri o scheletrini nell'armadio, guai a te; peccato, osservarono altri, che questa sia la situazione di Silviuccio da vent'anni. Cioè: per un IMU disapplicata o applicata male, senza nemmeno una condannuccia per la cosa in sé, Idem mi cade e Silviuccio mi resta dopo decine di inchieste e sentenze sfavorevoli di primo grado (poi definitive a Idem caduta)? È la situazione, si risponde, che cambia. Lui è il capo dell'opposizione, Idem no. Ciao Idem. Alfano, DA MINISTRO, si lascia passare l'NCIS kazaka sotto casa, ma di dimissioni manco a parlarne, perché la situazione è tale che si farebbe venir meno il sostegno del PDL a Letta. Cancellieri, DA MINISTRO, telefona disinvoltamente a casa di amici per convenire che le condizioni carcerarie dell'amichetta sono disumane. Giusto, no? No, perché nella situazione specifica gli amici sono i Ligresti, forse una dinastie affaristiche più maneggione degli ultimi 40 anni in Italia. Va bene interessarsi delle condizioni dei detenuti, ma c'è famiglia famiglia, e questa ha tenuto a libro paga il Cancellieri's son per poi liquidarlo per la misera cifra di 3 milioni di euris. Osserva Severgnini, pure lui da Gruber: non è l'atto più o meno umanitario in sé, è il conflitto di interessi che ci sta palesemente sotto. E allora che si dimetta, 'sta ministra, no? No, perché se siamo nella situazione in cui Silviuccio fa ancora i capriccetti dopo tre gradi di giudizio, allora la telefonista incauta può stare dove sta. E io, di conseguenza, potrei domani rapinare una gioielleria, tanto Berlusconi non è ancora decaduto... Ma in piena new vawe montiana, non si era dimesso un sottosegretario Malinconico (in tutti i sensi..) per questioni di cene pagate da gentaglia? Sì, ma era un'altra situazione. Ditemi voi quanto reggeremo questo gioco... Però Einstein approva, quindi voto 4+.

Michela Weisseblume Biancofiore aus Bolzano-Bozen: probabilmente la Silvio's Angel più odiosa del pianeta, peggio anche di Carfagna e Gelmini messe assieme, sempre con quel grugno aggressivo e sprezzante e con tutti i crismi del tipico rinfaccio-style di ormai acclarata matrice pidiellina (arroganza nelle risposte, copione imparato a memoria, parola rubata all'avversario, nonono con la testa quando l'altro parla e lei è inquadrata, ecc. ecc.). Del resto non si finisce imitate da Virginia Raffaele per niente. Orbene, simpatia Biancofiore, reduce dalla spettacolare performance alle regionali in Trentino-quelli pentiti di essere italiani a parte i finanziamenti a pioggia in quanto regione autonoma, là dove il PDL è precipitato, disintegrandosi, al 3% a causa di discutibili scelte di candidati voluti da lei, Biancofiore, insomma, si è presentata muso duro sempre da Lillina ("Siamo altoatesine tutte e due, Grub!" - letterale), l'altra sera, per commentare la facezia berlusconiana sui figli ridotti peggio degli ebrei sotto Hitler. Presenti un gongolante Bruno Vespa, nel cui ultimo, imperdibile libro è contenuta la predetta facezia, e un deputato PD figlio di padre morto ad Auschwitz. Non perdiamo nemmeno tempo ad esecrare la facezia, ma ci concentriamo sul paraculaggio di Biancofiore: Berlusconi è amicissimo degli ebrei, dice lei, è stato applaudito allo Yad Vashem nel 2010, e comunque la sua frase si riferisce agli ebrei al tempo delle persecuzioni hitleriane, MA NON NELLO SPECIFICO AL PERIODO DELLA SHOAH. Ah, beh, ma allora cambia tutto... Fatica sprecata, quella del deputato piddino, ricordare a Biancofiore che le une sono la premessa dell'altra. Embe'?, ri-opina la bolzanina, Berlusconi non ha fatto riferimento preciso all'Olocausto. Le persecuzioni premettono, MA NON SONO la Shoah. Filologia ai massimi livelli: siccome Silviuccio non ha detto apertis verbis "Shoah", tu non puoi dedurre arbitrariamente la consequenzialità del suo pensiero. Perché le persecuzioni pre-Shoah invece erano cosucce, nevvero Weisseblume? Anzi, gli ebrei quasi ci si divertivano, no? E poi il classico rinfaccio finale: "Vi scandalizzate oggi, ma quando ieri Schifani ha insultato gli altoatesini con frasi simili a quelle di Berlusconi, nessuno mi ha difesa, eh? Eh? Eh?". Quanto vomitevole sofisma.... Voto 10 alla sfacciataggine, 2 all'idiozia pur di difendere sempre gli sproloqui silvieschi. (Taccio su Vespa e i suoi occhi a forma di dollaro mentre la polemica montava in studio: opportunismo e sensazionalismo molto poco cattolici, Brunone mio; e per quanto tu devolva, come sempre, metà dei proventi in opere di bene, visto da quale fecciume mediatico essi proventi vengono, io un momento di vergogna lo proverei). 

Indiana Ezio Mauro e i Predatori della tomba Perduta. Ci eravamo tolti dalle storie Priebke e tutti i rancori ardeatini sembravano essere svaniti con lui. Voglio dire: i discendenti dei massacrati dell'eccidio e noi tutti continueremo ad esecrare l'uomo, che da parte sua non ha potuto far altro che blindarsi dietro il lemma: "Eseguivo gli ordini", dotato di una esteriore e folle  logica, ma che in termini assoluti è un abominio; del resto, sempre per restare einsteiniani, i tedeschi concepirono il massacro delle fosse ardeatine come rappresaglia per un attentato partigiano, a detta di molti anche superfluo, ma essenziale per i partigiani ai fini della guerriglia, e però per alcuni controproducente, se si pensa a quali conseguenze ha portato. Insomma: una di quelle pagine tragiche della storia, comunque la si guardi, ci sono stati solo sconfitti. Minosse giudicherà Priebke e lo assegnerà al girone di spettanza. Sulla terra, i vivi hanno trasformato le esequie del nazista in guerriglia urbana, evento alla fine del quale tutti noi desideravamo solo una cosa a riguardo del defunto: l'oblio. Sparisci, assassino, porta con te il tuo pentimento vero o fasullo, lascia che le ferite provocate dalla tua sola esistenza cicatrizzino, non per farci dimenticare, ma per farci elaborare la disumanità di cui sei stato protagonista. Il sacro linimento del Tempo, unica vera soluzione ai dolori più acuti. Poteva andare così? No, perché quei cervelloni di Repubblica, evidentemente saturi fino alla nausea di decadenze e tessere gonfiate, si sono messi a fare indagini di fondamentale importanza per la vita del Paese e sono finalmente arrivati a scoprire il luogo della sepoltura di Priebke. Ah. E quindi? Adesso facciamo gli scoop su gente di cui vorremmo solo dimenticarci? Ma soprattutto: quale plus di informazione e di educazione della coscienza civile deriva dal fatto di sapere dove è sepolto quel tizio? Nessuno: è il puro gusto del ficcare il naso, dello spiare ciò che si voleva celato a tutti, dello scoprire dove è stato nascosto il barattolo di Nutella che non si voleva farci mangiare. Siamo tutti d'accordo che non è possibile tirar fuori l'inchiesta finedimondo ogni settimana, ma perdere tempo per sapere dove sta sepolto chi meriterebbe solo l'oblio è puro onanismo informativo (gente filosofa ha detto cose assai giuste, peraltro). Voto 4, e abbassate la serranda.

Per lo spazio Un hair stylist per Civati, segnaliamo questa settimana che l'anti-Renzi gradevole alla vista, che evidentemente spera che l'occhio ceruleo e il capello vaporoso facciano premio sui nei e sulla parlantina con la zeppola del sindaco di Fiorenza, Civati insomma sta sempre più prendendo una deriva estetica tra l'Hobbit e il Gatto di Pinocchio.  



L'altra sera dalla Gruber (sì, qui noi si guarda Gruber prima del film, embe'?) era inguardabile, nel senso che gli mancavano una corazza di Mithril e la lama Pungolo e poi potevamo spedirlo a Lorien. 

"Civati, senza il Palantìr non si va da nessuna parte!"

Pippo, Pippo, non caderci così, su....             

Cos'è che NON fa andare la filanda? UGF, season 2 episode 4

A causa della particolare struttura biochimica dell'acqua del mio rubinetto in cucina, quando devo preparare la pizza Catarì vivo momenti di disdoro dovuti al fatto che la farina impastata con la predetta acqua non si appallottola mai bene, ma risulta solo un'accozzaglia di frammentucoli appiccicaticci che non si riesce neanche a stendere. Col risultato di pizze dalle forme più astruse, schiacciate alla bell'e meglio sulla teglia, e ovviamente durissime fuori e crude dentro.
Stessa situazione per il nostro sceneggiato di punta RAI autunno 2013. Una grande famiglia, che pure continua a essere premiata dall'Auditel, mostra sfilacciamenti di rara sfilaccitudine in una storia che corre per una decina di binari paralleli senza un collante. Su tutto, poi, l'ala zuccherosa del manierismo, per cui si scelgono alcuni patricolari stilistici, e sempre quelli, e li si ripete caricandoli all'infinito. Risultato: 'na palla....

Osso ha mollato Xfactor? Avevo scommesso tutta la Rengoni su di lui!


Esempi: 1) Nora viene informata dell'incidente di Chiara: reazione sandromilesca in stile "Ciro! Ciro!". Ma se odiavi quella donna più di te stessa. Ah, ma nel frattempo è morta Stephanie Forrester, quindi è venuto meno il modello di riferimento. Vero, vero.
2) Felbereccetera e Rudgher a casa di Salvo per fargli la guardia mentre Raoul è in ospedale: "Stai calmo, Salvo!" e lui è calmissimo. "Dov'è Raùl? [come il calciatore?] Sta male?", "No, è con Chiara, "Allora sta male". Rudgher si bimbominkizza giocando coi videogiochi e seduce Salvo. Nico, in pieno panico da pregnante: "Ci sai fare coi bambini, chissà se anch'io..." e lui, modello maestro dei Cinque Picchi: "La mela non cade mai lontano dall'albero". Lei ammutolisce.

Sì, nel castello del Mondo delle Sabbie devi superare il muro sopra la lava e girare a 360° il joypad, allora scoprirai il piffero magico che ti porta dritto nel Mondo dei Tubi....


3) Gassman regala reazioni inconsulte, ringhi assortiti e occhiatacce a chiunque osi intromettersi nei suoi luminosi piani, declinati nella riconquista di Chiara e nella risoluzione della piccola pendenza economica coi suoi strozzini. Sonia, con la fetta di pane imburrato in mano, chiede come sta Raoul dopo l'incidente. "Sta bene!!!" la fulmina Edo. Zitti. Edo va per vedersi con il commissario Popolizio. Serafina: "Va da qualche parte, dottore?". Occhiataccia come di uno disturbato mentre vomita. "Ah, va bene, mi scusi se mi sono permessa...". Edo arriva in ufficio e trova il Capofamiglia che allegramente gli fruga nei cassetti e gli fa capire che non si fida, allora fugge scandalizzato, scappa scappa scappa, urla urla urla, poi sull'uscio della Rengoni si blocca inseguito dal genitore. "Scusami". "Papà, ti voglio bene".

Me spiace, Ti', nun te poi magnà er pomolo der cambio...

4) Raoul, ormai vittima di una recitazione in loop, continua a girare attorno all'ospedale come un pazzo, telefona invano a Chiara come un pazzo, al pronto soccorso tiene perennemente l'occhio sinistro strizzato per far vedere che soffre, zoppica anche se si è fatto male al braccio. Popolizio, in loop pure lui, si è ormai calcificato nella faccia acuto/sospettosa, con voce carica più da doppiaggio che da recitazione. Chiara ha optato per la sindrome di Stoccolma: "Cresceremo il bambino CHE HAI AVUTO DA RAOUL come fosse il mio, veeeeero?????" le fa Edo, e lei annuisce. "Facciamo come se tutto ricominciasse, veeeerooo???" e lei annuisce. Però, che intraprendenza.  Sonia, che ha scoperto che esiste il termine "lesbica" oltre a "gay", pronuncia per la prima volta la parola facendo flap flap con le ciglia. Questo è senso civico.

Pronto, Frizzi? Europa Europa!
5) Stefano, ovvero de nerchibus: umiliato in ogni modo possibile da qualsiasi essere di sesso femminile gli capiti a tiro, Reggianì non cessa di concupire la capa, sedotto evidentemente dalle curiose narici a finestra moresca di costei. La capa che pure ha spifferato a tutte la inquieta doppia, tripla, quadrupla vita sentimentale di Calimero, sì che le inservienti della mensa della cesseria, tutte femministe e imparentate con le due ex, paiono progettare un avvelenamento di gruppo a suo danno. Fossimo stati a Wysteria Lane, Stefano finiva in mutande dopo 15 secondi. 

Installazione: Odi et amo, al Mart di Rovereto fino a maggio


Notevole quindi la nottata passata obtorto collo nella cesseria, tra bidet in posa araldica e ventilatori che girano senza un perché. "Posso guardarti negli occhi 15 secondi? Passiamo così tanto tempo a litigare...". E lei ci sta. Poi lui torna a casa, devastata dalle due ex in modo disumano: tra cd incollati e piume ovunque, passa di lì la capa e i due si fanno "uno spaghètto". Segue tentativo di limonaggio, ma niente. "Oh, Rengoni, nun t'allargà" esplode lei e fugge. Sembrano le scene di Johnny e Sabrina in È quasi magia, Johnny, nel senso che la capa, come Sabrina, è una pazza bipolare che passa dall'elegiaco al carognone in meno di due secondi.   

Inverigo provincia di Medjugorie

6) I grandi dialoghi che manco a Dawson's Creek. Cessivendolo a Nico dubbiosa sul suo ruolo di madre: "Ti faccio una proposta", "Dimmi...." (pausa in cui tutti noi ci aspettiamo la Rivelazione dell'Essenza), "Che ti ti fidi di me". Però...Valentina al nerd: "Dimmi qualcosa di carino" (pausa in cui ecc. ecc.), "Per te ci sarò sempre". Però... Calimero alla capa: "Puoi contare su di me, ingegnere!", "Grazie, diplomato!". Ernestino detto Tino (perché quando è in auto sul sedile gli si schiaccia il viso, che sembra ancora più tondo?): "Papà, stanotte c'era qualcuno nel parco", "Perché dici così?", "Perché lo so", "Vabbe', ma io ho i superpoteri, però non dirlo a nessuno".
Risultato: 'na palla...

"Coraggio, bròder" - "Ahi!" - "Guarda che sei ferito all'altra spalla..."

domenica 3 novembre 2013

Osso, non si molla l'osso!

Delizioso titolo barocco per un post che entra nella carne viva del dibattito contemporaneo, mordendo nella più scottante e problematica attualità. Parlerò dunque del goffo barcamenarsi della nostra ministra della Giustizia che si prodiga per salvare amiche di famiglia rampolle di famiglie perlomeno chiacchierate? O della macchia d'olio dello scandalo intercettazioni made in USA-NSA, che altro non fa se non svelare il segreto di pulcinella del ficcanasismo mondiale permesso dalle nuove tecnologie? Meglio, molto meglio! L'Italia tutta è da giovedì sera esterrefatta e basita per il clamoroso dietrofront di una coppia di cantanti bresciani che ha deciso di non  ballottarsi con altrettanta concorrente bresciana per entrare di sfrusio a X Factor 7. Per tacere di un altro manipolo di bresciani che pare essersi concentrato tutto nei provini xfactoreschi di quest'anno. E poi dicono che abbiamo solo Fausto Leali.... 


Sta di fatto che il duo Osso-Mr. Rain ha detto nononono, noi a compromessi non scendiamo, c'era pronto un contratto capestro, ci siamo smazzati bootcamp, homevisit con Ventura che ci ha preferito gli One Direction del basso Lario (già sbattuti fuori, peraltro...) e adesso si vorrebbe che rientrassimo alle LORO condizioni, macché, meglio la nostra carrierina, e scusate se avete bruciato paghette e anticipi di Natale a votarci. Questo è saltato fuori da Facebook; la sera del live, invece, un laconico video in cui i due si sono detti non ancora pronti per il talent; e Ventura, aciderrima: "È proprio vero che chi ha i denti non ha il pane e chi ha il pane non ha i denti", cioè a dire che ci vuole tutta a buttare nel cesso l'occasione perlomeno di un'esibizione davanti all'Italia intiera, con peraltro prospettive non misere di ritorno di immagine e di pubblicità. Ventura che, da navigata showbiz-woman, sa bene quante orde di wannabes avrebbero venduto il rene della nonna per trovarsi al posto di loro due (c'è chi condivide).


Loro due, già. Su Mr. Rain per ora taccio, anche se penso che il cervello del gran rifiuto sia lui. Dico ciò perché conosco troppo bene Osso, al secolo Ossama Addahre from Fair Mountains, province of Brescia, Italì, e so che difficilmente avrebbe rinunciato al ballottaggio; poi con Ventura e contro Morgan sarebbe stato un inferno di litigi, capricci e piagnistei, ma l'ebbrezza del palco, quella no, non può avervi alzato bandiera bianca ancor prima di lottare senza l'azione di plagio dell'altro.
"Vabbe', tutta 'sta ossologia di dove ti viene?". Semplice, cinque anni fa le nostre Divine Maestà Insegnantizie si sono pregiate di avere Ossama come allievo in terza liceo scientifico-sportivo. Rapporto difficile, non lo nego, il soggetto in questione ha il suo caratterino polemichetto, sì sì; certo, mi si rinfaccerà che il fatto di averlo rimandato a settembre in latino (ovvove!!!!!) non lascia intuire un mio sereno giudizio su di lui; in realtà siamo rimasti in ottimi rapporti anche dopo, quando non è più stato mio alunno (perché noi Spocchiosi diamo i voti allo studente, non alla persona, imparate, cariatidi); l'ho anzi seguito via FB nella sua avventura prima alle selezioni di X Factor 2010, quando a un passo dal traguardo gli fu preferita la mai più dimenticata otaria Damiano Sardi (mestamente uscito al ballottaggio col Louis Tomlinson del Salento), poi quando varcò il canale di Sicilia per partecipare ad  una specie di Marocco's got talent, manifestazione in cui non è arrivato in fondo, e che purtroppo gli è costata la bocciatura in quinta per sforamento del tetto di assenze. Gliene parlai, osai accennare al fatto che, a mio giudizio, per inseguire quel sogno aveva perso un anno, quando il mio consiglio nelle chat notturne di FB era stato l'esatto opposto, prima diplomati, poi vedi; lui, con occhietti stupiti da cerbiattino, mi replicò che no, perché avrei perso un anno?, non penso proprio, e pazienza. L'ho ribeccato agli orali della maturità, quando io e la Spocchia scendemmo a Fair Mountains a vedere che fine avrebbero fatto alcuni ex alunni e lì lo vidi motivatissimo, diploma in tasca, a riprendere lancia in resta la carriera discografica. Ottimo, pensai, ma con la scarsa predisposizione che hai sempre dimostrato a sentirti dire dei no dritti in faccia (dal sottoscritto, per dire...), ce la farai a resistere in un mondo di squali, perennemente assetato di novità da bruciarsi nel giro di un sospiro? Avrai carattere a sufficienza per non deprimerti alla centesima porta chiusa? Poi me lo vedo lì lì per accedere all'Olimpo di Cattelania, nelle lande Morgane, al cospetto del più sopravvalutato cantante del decennio, imitatore senza faccia di Belinda Carlisle, degli Wham! e dei Culture Club, una specie di versione ristretta di Prince e Freddy Mercury in salsa bimbominkia (parlo di Mika, eh?), 


e mi dico: "Vuoi vedere che ce la fa...?". Mi resta solo un po' sgrausa l'accoppiata con Mr. Rain, non mi sembrano due voci e due stili che possano quagliare, ma del resto i gruppi a X Factor hanno sempre vita grama, chissà che magari questo anomalo duo non arrivi ben oltre i Moderni e i Frères Chaos (e non si estingua come gli Aram Quartet). Nulla. Salutano e se ne vanno. Ho seguito le reazioni degli utenti Facebook, molti delusi, altri orgogliosi che i loro beniamini non siano scesi a compromessi. Per quanto concerne me e la Spocchia, da navigati conoscitori del meccanismo televisivo, temiamo che la scelta di Ossama sia stata un semplice ed autentico suicidio. 



1) Osso caro, nessuno su questo pianeta crederà mai alla fanfaluca del "contratto all'ultimo momento". Sapevàtelo, cribbio. Pensavate di andare lì a cantare quello che piace a voi? Suvvia, Morgan ha fatto cantare a Marco Mengoni roba che il suddetto Mengoni neanche conosceva, lo ha fatto orbitare da Psycho Killer a Il nostro concerto, da Helter Skelter a Almeno tu nell'universo, e poi il Mengoni che ha fatto? Vinto X Factor, come il miglior Edipo ha sfanculato il mentore e si è buttato sul pop più lagnoso possibile, eppure spacca & sfonda. Ogni gioco ha le sue regole, ed X Factor è prima di tutto un gioco televisivo ad eliminazione, dal quale ogni tanto esce qualcuno che fa strada. Per quanto non si sa, ovviamente. Leona Lewis è già preistoria e gli One Direction, tapinelli, ignorano di avere davanti questo destino da poveri reduci.
2) Se si crede fino in fondo ad un progetto, non ci si ritira in questo modo. Per rispetto nei confronti di chi non è arrivato alle soglie del serale; ma anche per chi non ha proprio visto nemmeno la faccia della Ventura perché è stato scartato alle pre- pre- pre- selezioni. Vi hanno dato dei viziati, tra gli altri commenti, e ciò mi duole specie per te, perché ben sai quanto ho insistito in tutte le sedi per cavarti fuori dalla capoccia la malsana idea bimbominkiesca del tutto dovuto, unita alla pretesa che qualcuno si faccia carico di spianare per conto vostro la strada dagli ostacoli che vi si fanno incontro. E invece siete scappati, come se ci fosse stata una qualche lesa maestà nei vostri confronti. Non ve lo potevate permettere: ricordate che, agli occhi di un Morgan o di un Elio, voi siete degli Illustri Sconosciuti, alla faccia dei tanti o pochi contatti delle vostre pagine di Youtube e FB. 
3) Non so se "la vostra piccola carriera" crescerà; temo al contrario che vi faranno terra bruciata attorno, specie dopo le mezze frasi che vi siete lasciati sfuggire su FB. Nathalie Giannitrapani, per aver sconsideratamente sparato a zero sui talent della De Filippi, sta ancora finendo di scontare l'esilio. Vi diranno che vi siete atteggiati da divi. Che avete diviso arbitrariamente il mondo in Buoni & Cattivi. E soprattutto che avete menato insulsamente il torrone sulla questione del vostro essere "altro" rispetto alla mandria generale dei concorrenti. E allora scatta l'ormai arcinoto fattore Mara Sottocornola, in memoria di colei che agli home visit dell'anno scorso si sfilò dalla competizione perché sentiva puzza di omologazione e non si sentiva di appartenere a tutto ciò. Per poi venir messa sotto contratto a cantare le stesse canzoni di Malika. Cioè: decidetevi, gente, o si salta sul carro o si sta a terra.
4) Da ultimo, la questione dell'alterità vostra rispetto al pastone stantio che girerebbe a X Factor. Perché è questo che Mr. Rain fa tralucere nella filigrana dei suoi messaggi d'addio alla competizione. Ebbene, guardatevi un attimo: tu, Osso, ti presenti come cantante soul-R&B, che non è precisamente la proposta più spaccamondo sulla piazza; l'altro scimmiotta Eminem in ritardo di 20 anni. Insieme, per quanto mi concerne, non siete convincenti fino in fondo, ma il problema è suo, non tuo. Sai che non ho difficoltà ad andare giù diretto: ti sei messo a traino di una locomotiva senza traguardo. Sentirlo chiudere il videomessaggio col solito, stracco, inutile, stereotipato fuckin' bitches e tu dietro che cinguetti Osso! col falsetto da bimbominkia, suvvia, meriti molto ma moooolto meglio. Cosa sia questo molto, devi scoprirlo da te, e non sarà affatto facile. Il fatto è che il mercato discografico "occidentale" (qualunque cosa ciò significhi) è ormai saturo, la musica leggera, ma pure il rap e tutti gli altri generi hanno esaurito l'inventiva, restano giusto o i grandi vecchi che ormai possono permettersi di riciclarsi ad infinitum perché il loro zoccolo duro non li lascerà mai o le nuove proposte dei talent create ad usum bimbominkiarum, che durano sì e no lo spazio di un lustro. In mezzo non c'è nulla. Guardate l'Italia: nell'ultimo decennio gli unici prodotti di un certo spessore non usciti dai talent sono i Negramaro e la già menzionata Malika (mi dicono di aggiungere Arisa, vabbe'...). Per il resto è tutta una catena di show televisivi che si passano il materiale, con gente che da Io canto o Ti lascio una canzone poi approda a X Factor (i Free Boys, per dire, ma molti altri), e da X Factor o da Amici si passa a vincere Sanremo (Carta, Scanu, Marrone, Mengoni, 4 volte in cinque anni). Ma sono vittorie che non lasciano nulla di nuovo, perché le note sono 7, ma gli aspiranti cantanti di successo, riuniti ai vecchi che non cedono, sono 7 milioni al metro cubo. È un settore asfittico, che può giusto contare sulla smemoratezza che dalla nostra generazione X è transitata direttamente alla generazione bimbominkia, sì che alle bambine di oggi si propina senza tema di ridicolo la stessa zuppetta (One direction) che già fu sorbita dalle mamme quand'erano piccine (Take That). Ma chi può dirsi veramente "nuovo", come esplosivi e detonanti furono i fenomeni di Michael Jackson, Madonna, U2, R.E.M. negli anni '80? O gli Oasis e i Nirvana un po' dopo? Tutto ormai si è prosciugato, le plaghe antitpodiche del buonismo e del ribellismo sono state ormai sfruttate fino all'inaridimento, Lady Gaga altro non è che una Madona reloaded, le cantanti-chewingum, da Katy Perry a Violetta, decantano per autocombustione, le finte cattive come Avril Lavigne hanno smesso da mo' di essere patetiche per diventare inutili. Un nuovo, convincente interprete maschile latita, al femminile Adele macina vendite, ma non rompe alcuno schema. Beyoncé non esce dal seminato del suo genere, e fa bene, ma non ha certo impresso svolte ad alcunché. Insomma: in tutto 'sto paludume, Osso mio, tu e Mr. Rain volevate pure smarcarvi? Quella sì era una partita persa in partenza. Ma voi ne avete persa un'altra, ed è più grave in quanto doppia: quella con la coerenza e con l'accettazione del principio di realtà. Osso, da Spocchia ad ex- alunno, scegliti meglio i compagni di strada, la prossima volta. 

P.S.: se poi tutta la manfrina cela il fatto che qualcuno vi ha già messi sotto contratto, speriamo che non vi brucino.
P.P.S.: e comunque consolati guardando come stanno messi male questi altri.