Motto


"Chi scende, non sale; chi sale, non zucchero; chi scende, zucchero".



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domenica 24 marzo 2019

Il nome della Rosa 2.0 ep. 5-6. Disputando si affonda.

[ANTE-ANTEPRIMA]

La mostruosa banalità di quest'episodio mi indurrebbe ad astenermi dalla recensione, perché stavolta si è passato AMPIAMENTE il limite della stupidità. Pretendere che una fiction, basata su un romanzo che - lo si ami o lo si odi - ha un alto grado di complessità, si sostenga di fatto sulle spalle (e ho scritto spalle) di Adso e delle sue voglie occitane, facendo del resto un contorno, è una concessione al palato telefilmico più TRISTE che si possa immaginare. Ma alla fine meglio una sana critica che nessuna critica: spremeremo sangue dalle pietre, sallatelo.




[ANTEPRIMA]

Con una certa perplessità, il buon abate Abbone riceve e vidima la richiesta dei suoi inquilini di rinunciare al consueto momento comunitario del post cena per rinchiudersi in solitaria penitenza ciascuno nella sua cella. "Però, che gregge meditabondo...", pensa tra sé il sant'uomo mentre imprime il sigillo sulla carta. Egli ignora, evidentemente, che Remigio & C., avendo capito che Adso sta per concludere con l'Occitana, hanno disseminato tutti gli anfratti dell'abbazia di webcam per godersi lo spettacolo. Altrettanto tiepido stupore provoca nell'abate la ricevuta, firmata dal farmacista Severino, per l'acquisto di 82 ettolitri di Amuchina.



[FINE ANTEPRIMA]

Ripartiamo dalla fine dell'episodio pregresso, con Robina Hooda che si sveglia dopo essersi catafratta e Occitana se la porta via di peso, poi, avendo visto Il primo re anche lei (e anche noi) la medica inserendole dei vermi nella ferita. Il tutto con ampie rassicurazioni in un incomprensibile esperanto.
In realtà questo momento da voltastomaco serve a preparare lo spettatore alla visione della nuova puntata di Quattro Abbazie, che inizia con il sobrio banchetto offerto da Abbone ai numerosi ospiti giunti per la disputa: mentre Bernardo Gui ispeziona la location, il cameriere propone un menù degustazione del territorio all you can eat con salmì di piccioncini, coniglio, riso, pasticcio di borragine, olive ripiene, formaggio fritto, il tutto condito da vini e liquori di erbe. Al menù si potrebbe pertanto dare 7, benché non si abbia il coraggio di sperimentare una strategia fusion (chessò, nutria in crosta o noodles di tendini di macaco).
Al servizio  Bernardo non dà più di 5, perché Abbone non è riuscito ad evitare uno sterile battibecco sulla povertà della Chiesa, nonostante uno scicchissimo e soberrimo crocifisso d'oro zecchino regalatogli dall'inquisitore, con Cristo che ha al fianco una borsa (chi non si farebbe crocifiggere portandosi dietro due spicci, del resto?), ciò per ribadire che la favoletta della Chiesa povera è smentita sin da quei lontani giorni sul Golgota. Ebbene, nonostante lo sberluccichio, Guglielmo riesce a zittire l'interlocutore, che gli ricorda un passato da hippy, dicendogli: "Mi mancò il coraggio di inquisire sulle debolezze dei malvagi, perché scoprii che sono le stesse debolezze dei santi".

A riprova del carattere naif dei commensali, il capo  delegazione dei francescani poveracci si toglie il sandalo bucato, guarda compiaciuto e strafottente chi gli sta intorno, e lo sbatte sul tavolo, agitandolo anche un po' per condividere le zecche, in ciò anticipando un certo gerarca sovietico, per ricordare che la vera ricchezza è avere una suola biodegradabile a zero impatto ambientale. Dopo, pauperisti e gaudenti che siano, iniziano a mangiare come porci.



Ma come si sa, cibo e sesso vanno sempre a braccetto: ecco dunque che, mentre transitano i fegatini al vino rosso, Bernardo, con studiata noncuranza, la butta lì al rivale: "Non siete solo, Guglielmo, avete qualcuno con voi. Spero sia un allievo che dia gioia al suo maestro!!!" [i monaci dell'abbazia si danno vistosamente di gomito]
Adso [con occhi da cerbiatto]: "Sono benedettino".
Bernardo: "E dove vi siete conosciuti?".
Adso: "A Firenze".
Bernardo [sguardo famelico] "E cosa ci facevi lì?". 
Adso [affettando innocenza]: "Cercavo la bellezza!" [ad Alinardo va di traverso il branzino]
Guglielmo (sottovoce): "Stai mettendo le mani avanti??"
Adso (altrettanto sottovoce): "Molto avanti..."

Dal che, noi poveri spettatori che ci auguravamo una puntata meno sex-oriented delle altre due, ci ritroviamo pronti all'ennesimo giro di Bayside School - Middle Ages Edition: sospetto atroce e atrocemente confermato dal successivo dialogo col sempre più braccato Remigio, conscio che Bernardo ha pronto il cavatappi arroventato.

Remigio: "Bei tempi, comunque, quando con Dolcino ci dedicavamo al cannibalismo..."
Adso (come non avesse sentito): "Però laggiù a dolcinopoli avevate anche preso l'abitudine di unirvi con le donne, vero???" [ah, Adso, adso...].
Remigio: "Beh... è un modo di vivere... carino... è stata un'esperienza mai vista... non c'erano più padroni... Dio era con noi!".
Adso: "Bello, come a Woodstock?? Ma Jimi Hendrix era fatto sul serio quella volta con l'assolo?"
Guglielmo: "Attento Adso, i profeti mandano gli altri a schiantarsi..."
Remigio: "Vabbè, era un gran Carnevale e a Carnevale tutto viene fatto alla rovescia... no???" [sguardo ammiccante al giovine, che si controlla sotto il saio]

Manca un ultimo stimolo affinché il tedeschino vada a concludere: un dialogo surreale che lo convinca a mollare abbazia e abbaziati.
Alinardo: "Da giovane ho tradotto un poema greco intitolato Il male, cioè Mimnermo".
[Tutti ridono. Come faccia Mimnermo a far ridere rimane un enigma]
Allora Jorge si arrabbia: "Cristo non ha mai riso!!!"
Guglielmo: "Il riso fa bene come i bagni alle terme".
Jorge: "Il riso scuote il corpo e rende l'uomo simile alle scimmie"
Gugliemo: "Solo l'uomo ride, è segno della sua razionalità"
Jorge: "Ma figurati!"
Guglielmo: "San Lorenzo chiese ai suoi carnefici di girarlo, perché da un lato era già cotto".

E al pensiero del Santo grigliato, si grigliano anche i corpi cavernosi di Adso, che ruba un paio di allusivi Saint honoré dalla cucina per portarli a Occitana. Giunto nel bosco, col solito richiamo del colibrì carcassone trova la tizia. Le dà i bigné e le sussurra teneramente all'orecchio: "Si chiama metafora..."; lei gradisce; si guardano; lei gli bacia le mani; lui la guarda a pesce lesso; lei prova a baciarlo; lui si ritrae perché è monaco, ma continua a guardarla; non spaventarti, gli dice lei: ASPETTERO'; pronta ad aspettare per mesi e mesi, si sfila la spallina; lo accarezza; lui pesce lesso; lo avvicina; bacio; lo spoglia e sotto!!!




[Nel frattempo all'abbazia arriva un cardinale mezzo zoppo e chiede del vino rosso]

Si torna in mezzo al bosco con Adso e Occitana a guardare il cielo e lui, fresco fresco di peccato carnale - cioè mortale per un monaco: "Quanto può essere meraviglioso il mondo?" [intanto lei sgranocchia il bigné]

Di nuovo in abbazia.
Bernardo: "Maaaaa... tutte queste webcam?".
Malachia: "Dobbiamo... ehm... tenere d'occhio il novizio..."
Bernardo: "Ma di preciso cosa sapete di lui?"
Malachia: "Beh, prima di fare il monaco giocava a calcio nel Colonia... difatti ha la camminata a gambe arcuate tipica dei calciatori..."
Bernardo: "E quando gliele avete viste, le gambe arcuate??"
Malachia: "A-ehm... abbiamo le docce in comune... e in ogni caso ho mandato un piccione a Melk per saperne di più".
Bernardo: "Delle gambe??"
Malachia: "Ma no, del passato della sua famiglia!"
Bernardo: "Ah, vili, un ficcanaso tedesco in Piemonte!! Fate in modo che nessun francescano usi il  piccione... men che meno Adso!!"
[risatine in sottofondo]

E Adso?
Finiti i bigné con Occitana, viene portato da Robina. Due donne in una volta sola: è la mia giornata, dice tra sé e sé il biondino. Difatti non capisce più niente.
Robina: "Senti, ciccio, già che parli esperanto, ringrazia per avermi aiutato questa qui coi capelli PERFETTI nonostante viva di ghiande e fatti dare la ricetta delle medicine e del balsamo".
Adso: "Scusa, non parlo la sua lingua ma la capisco".
Robina [girandosi su un fianco]: "Vabbe' ciao".
Adso: "Cambiando discorso, perché sei ferita?"
Robina: "Vado a caccia per passare il tempo"
Adso: "Quindi ti sei ferita cacciando!"
Robina: "MA NO?????".

[Non preoccupatevi, in abbazia non stanno meglio....]


L'abate Abbone, girata per prudenza la ruota dell'isola, apre la disputa e relativo televoto. Il cardinale francese che aveva chiesto il vino entra spocchioso in sala, si avvicina a Guglielmo e apre i convenevoli:

"Caro Gandalf, è un vero piacere ritrovarsi qui a Gran Burrone..."

[Silenzio. Si sente un distinto rumore di chopper dalla roulotte dei costumisti in lontananza, subito seguito da un chiaro: "Ma 'mbecille, ma che c***o stai a ddi'????"]

Bernardo: "Ah-ehm, caro cardinale, volevi dire che le nostre dispute ti mancavano, vero??"
Cardinale: "Glom... sì sì, certo. Ecco, appunto, vogliamo chiuderla una volta per tutte col problema della povertà?"
Guglielmo: "La povertà è condizione imprescindibile per la salvezza"
Bernardo: "Povertà VOI?? Ma se quella volta là mi hai rifilato Vicolo Corto per la Centrale Elettrica!!"
Guglielmo: "Eri già passato su Viale dei Giardini e io avevo due alberghi, caro mio..."
Bernardo: "Marrano, tu menti!!"

[Nel frattempo Adso entra trafelato; i monaci, avendo intuito TUTTO, si esibiscono in un facepalm collettivo e dicono a Bencio di disattivare il wifi]

Guglielmo:"Dici? Adesso vediamo cosa dicono gli imprevisti. Vieni qui, Adso..."

[Il giovine si avvicina a Guglielmo, il quale gli infila la mano nel collo del saio - fremiti dal pubblico - e ne estrae un cartoncino]

"Cosa c'è scritto?", chiede Bernardo.
"Uh, uh,  fate tra passi indietro (con tanti auguri)... prego, Bernardo!".

[Bernardo, mormorando paroline poco francescane, indietreggia di tre passi e salta in aria]

Michele da Cesena: "Visto, a giocare a Monopoli? Noi abbiamo scelto di rinunciare a tutto!"
Cardinale: "E noi vi abbiamo bollati come eretici".
Michele: "Noi riteniamo che la rinuncia alla proprietà è meritoria e santa".
Cardinale: "No no, la proprietà privata è voluta da Dio e da Adam Smith".
Michele: "No, leggiti Luca 6 e Matteo 19: bisogna fare i poveri. Altro che accumulare terra e denaro. La salvezza è nell'amore".
Cardinale: "Ma non dirmi!! E allora mi spieghi perché ci avete fatto comprare le Black Rock quando erano a 442 e ci è toccato venderle a 436???"
Michele: "E a noi?"
Cardinale: "E a voi?? Ti rendi conto che ci siamo giocati la gita a Tokyo a vedere gli studi della Toei???"

E giù botte.

Adso: "Ma non ci sono argomenti migliori?"
Guglielmo: "Io mi sento come l'asino che deve scegliere cosa mangiare tra due sacchi. Capito Adso? DUE SACCHI".
Adso aggrotta le ciglia. Nel frattempo Michele da Cesena dà un sonoro 4 al conto.



[Nel frattempo Occitana, che ha il diametro cerebrale del mirtillo, viene ri-catturata da Salvatore con il laccio per conigli e portata nel mulino della carta, in modo che il tump-tump ritmico delle pale la predisponga al congresso col predetto]

E' notte: Adso sogna di annegare, quindi va da Guglielmo a confessarsi.
Guglielmo: "Era ora".
Adso: "Ho avuto un rapporto carnale".
Guglielmo: "Hai scelto la vita del monaco?"
Adso: "Sì, almeno credo".
Guglielmo, SUPERANDO A DESTRA SENZA FARE I FARI PREVENTIVAMENTE, fa diventare preistoria l'assoluzione preventiva di Bonifacio VIII a Guido di Montefeltro, e la lava via così: eri messo peggio di un eremita nel deserto. Non farlo più. Però almeno adesso che hai zompato sarai più indulgente con i peccatori.
[ineccepibile, no...?][ah, fosse stata la Rai di Bernabei....]

E Adso, a colpi di dolce stil novo feat. romanzo bretone feat. De amore di Andrea Cappellano: "La mia ragione mi dice di non peccare, ma il mo cuore la vede come portatrice di ogni grazia!!!"

[rumore di coda di Minosse in sottofondo]

Guglielmo: "Fatti un giretto in chiesa che ti passa".

Vabbe', corriamo [Robina che spunta all'abbazia, Salvatore col gatto nel sacco, ecc. ecc.] che sennò il pubblico s'addorme: ma tutta la vicenda sherlocckica che fine ha fatto?
Eccola: conscio del fatto che in abbazia si vogliono tutti bene, il farmacista urla a gran voce a Guglielmo che c'è un libro in farmacia pieno di immagini strane, MA NON E' SUO.
"Scusa vecchiotta..." ribatte il frate-profiler  "...comunque chiuditi dentro, che viene più facile, adesso devo finire di litigare con Gui: sai, Berny, che sarebbe il caso di fare un'assemblea generale elettiva? I successori degli apostoli non devono avere potere mondano per poter essere meglio vicari di Cristo".
Bernardo: "Bene, vieni dal Papa a dirlo!"
Guglielmo: "Non posso, ho la bronchite" [?]
Bernardo: "Ma se hai parlato per mezz'ora!!".
Gugliemo: "Vabbe', ma stavo discettando di verità evangeliche!" [prendete nota: disputa teologica is the new sciroppo alla propoli]

Intanto il farmacista muore.

Tutti a perquisire la farmacia, Adso trova un libro con la copertina fitta fitta di caratteri arabi che lui non riconosce come tali, e ovviamente Guglielmo lo cazzia: "Ignorante, manco l'arabo? Un dotto dovrebbe sapere le lingue!!"
Adso: "Ma neanche voi lo sapete.."
Guglielmo: "Sì, ma io almeno lo riconosco!!" [niente, sa sempre cosa rispondere]
Adso: "Vabbe', ma del libro che me ne faccio?"
Guglelmo: "Ma buttalo, a cosa ci serve l'arabo..."

Dopo aver associato anche la morte di Severino alle trombe dell'Apocalisse, Guglielmo va a farsi un giro, poi si ricorda dai suoi profondi studi universitari a Lutetia e Oxonium che ogni tanto nel Medioevo si creavano libri aggregando pagine in più lingue. Arabo compreso...
"Adso, torna in farmacia e riprendi il libro!"
Adso (sollevando il ciglio) "Quale libro? Quello che mi avete fatto buttare via, Maestro???"
Guglielmo (con la tipica umiltà del dotto medievale): "Bestia di un tedesco! Rapa ignorante! È normale commettere errori, ma ci sono soggetti che commettono più errori di altri e sono detti stupidi"
Adso: "Scusi maestro, ma perché a prima botta non avete pensato che..."
Guglielmo: "Ma perché quel libro era dentro una cintura di castità che non si è sciolta quando l'hai toccata, ho pensato ad un fake!!"




[Nel frattempo Gui arrostisce i piedi a Remigio, poi iniziano a parlare per enigmi:

Remigio: ero francescano
Bernardo: e adesso sei benedettino
Remigio: c'erano eretici ovunque, allora ho mollato
Bernardo: la depravazione eretica resta
Remigio: ma che stai a ddi'?
Bernardo: Vedete? Non ammettono la colpa, quindi sono in colpa! Ma si può sapere in cosa credi?
Remigio: in ciò che il buon cristiano crede
Bernardo: cioè?
Remigio: a ciò che insegna la chiesa
Bernardo: quale chiesa? Tu stai insinuando che se io credo a ciò che loro credono tu crederai a me, altrimenti crederai solo a loro!!!!]
[chiaro, no?]

Ma adesso siamo al culmine dell'episodio: Adso, che non congredisce da circa 6 ore, è ripreso dal fomento e va nel bosco ad usare uno dei due piccioni che non gli hanno requisito, cioè il richiamo con le dita. Ma Occitana non risponde, chissà perché? Forse perché è da tutt'altra parte?
[La puntata di Quattro abbazie mica è finita, sapete? Salvatore porta a Occitana un delicato patè di sterco guarnito da ottimi occhi di gatto e brunoise di viscere di squalo. Occitana, che se fosse un pelino furba, darebbe minimo 7 al menù giusto per sopravvivere, butta fuori un quasciuo che fa imbestialire Salvatore. Dimmi che ami me e non quel teutonico palestrato! Dimmelo!! E lei gli sputa in faccia... Strategia zero, insomma...]

Intanto Adso, fallito anche il richiamo della femmina di saltapicchio, viene colto dal leggerissimo sospetto che Occitana non risponda perché nell'aria echeggia quel fastidioso tump-tump che copre tutto... alt... "E questo tump tump cosa sarebbe..?", sobbalza il giovine.
Poi, intuito l'intuendo, si trasforma in Sonic il porcospino e schizza alla velocità della luce al mulino della carta e finalmente sente il richiamo. Anche l'altro richiamo.
Inizia qui un match con Salvatore in cui Adso rischia pure di restarci sotto [ricordate: integratori non è uguale a forza....] poi tutto si conclude con un uppercut devastante che però ha troppo rinculo, ragion per cui Adso precipita nel torrentello che alimenta il mulino inventando la nuova disciplina olimpica del bob acquatico senza slitta e sparisce tra le fronde. [Occitana fugge  dopo aver dato sciunqujie al menù]
Arrivano cavalieri a caso e Robina, novella Legolas, si appresta a scagliare il dardo. Fine.


[Che dire? Ormai la fedeltà del telefilm al libro è la stessa dei cartoni giapponesi di Pinocchio che giravano sulle reti private più di trent'anni fa (clicca qui per la versione splatter, qui per quella light). E non aggiungo altro].


mercoledì 13 marzo 2019

Le grandi telecronache di Eligio de Marinis: Juve-Atletico 3-0. ll crepuscolo del Puffo Piumino.


Mentre in un altro punto del Piemonte muoiono monaci e non si sa perché, a Torino si frulla il Cholo (tu e i tuoi gestacci, tie').
E' in effetti curioso che il tenero Griezmann (o come dice Pirlo da bordocampo Grìzman) entri in campo con due pacchi di Swiffer sulla testa. Forse avverte l'elettricità nell'aria e vuole immunizzarsene. O forse è caduto nell'ammorbidente e non lo hanno centrifugato in tempo.
Del resto un Caressa che esordisce parlando di sale sulle ferite manco fossimo al reboot di Troy ci indirizza verso oceani di speranza: l'Atletico ha avuto 40 infortuni dall'inizio dell'anno, e siamo in quaresima. E loro non hanno Diletta Leotta.

Ecco dunque che la Juve pressa sin dal primo minuto, fraseggiando e dominando su avversari inebetiti, benché una VAR assassina ci neghi il meritato 33% di trionfo GIA' al minuto 3. Bergomi (minuto 7) invita a non avere fretta, ma noi non ci chiamiamo GiampiVentura, noi vogliamo sangue fresco, altro che il piede a trapezio di Cancelo che perde palla al minuto 10.
Al minuto 13 Pjanic scodella un pallone 'interessante' dice Caressa. MA CHE STAI A DDI'???? vogliamo la Gloria!!
Peccato che Bernardeschi si accentri scioccamente al minuto 15 e Spinazzola perda tempo ad arare senza frutto la fascia sinistra. Dove sei, vantaggio?
Non ci incita alla pucciosità vedere Puffo Piumino Griezmann togliere la palla a Cristiano (sì, Caressa lo chiama per nome come fosse suo cuggino...): al minuto 20 Caressa opina che l'Atletico voglia addormentare il giuoco (e in effetti Grìzman assomiglia ad una pastiglia di melatonina). Bergomi, stetoscopio all'orecchio, contro-opina che la Juve stia respirando. MA SPERIAMO!
Ed ecco che il respiro si fa pneuma universale, struttura mista di fuoco e aria che dà un senso al reale: Spinazzola decide di assaporare il prato dello Stadium spalmandovisi mentre da un gioioso corner Bernardeschi spizza acutamente col goniometro per CR7 e lui, fresco di spinzettatura, non sbaglia, grazie a quelle sopracciglia in grado di mutare l'attrito: gol al minuto 27 (l'età a cui morì Jimi Hendrix, sai?) e prime scintille di Aura cosmica che piovono sulla chierica di Allegri.
Inutile dunque la loro punizione al minuto 28, anche perché contro le 6 consonanti su 8 lettere del cognome di Szczesny nulla si può. Altri fraseggi loro si concludono in un sontuoso nulla, al punto che Bernardeschi può controdedurre con una rovesciata tricuspidale (minuto 33) che rischia di mettergli il quadricipite al posto della spalla, ma va bene così.
Bergomi viene in ogni caso colto da precoci allucinazioni di vittoria, datosi che i nostri fraseggiano da loro, ma loro raddoppiano e triplicano (minuti 34-35).
Ed ecco che decliviamo sobri verso la fine del tempo, con i loro sciocchi fraseggi e un nostro sciocco campanile (Emre minuto 39), corner assortiti (minuto 43) e un ridicolo quasi gol del TRADITORE Morata, fine e ciao.
Neanche il tempo di riaccendere il diffusore di essenze al bergamotto e CR7 scende dal suo carro dorato trainato da Umpalumpa e trafigge coso lì (minuto 49). Griezmann si cerca gli occhiali nei capelli perché non crede a quel che vede, mentre Pirlo da bordocampo commenta CON VIVO entusiasmo la situazione come non si sentiva dai tempi del nano Pisolo quando trovò il kit da shatush di Biancaneve in mezzo ai cuscini (minuto 52).
Allegri, ascoltando in cuffia a palla T'appartengo della sua futura moglie, ammira i contrattacchi a vuoto del Puffo Piumino (minuto 50), vede Giménez abbattere Ronaldo con la coscienza che Ronaldo è costituito di superlega Z come Mazinga  E QUINDI e lascia che Bergomi discetti citando Come Foglie di Malika (minuto 59: Bonucci ha tempo e spazio e anche Emre Can)(che quindi rappresenta una terza intuizione a priori oltre alle altre due...??).
Manca il terzo gol, affondiamo ma non diamo il colpo di grazia, pare che Allegri stia dettando ordini, ma siccome lo fa nella lingua degli Angeli, gli ancora terricoli giocatori non capiscono, quindi gli tocca accendere la macchina Enigma e finalmente Cancelo capisce da che parte è voltato Griezmann.
Scioccamente Gianfranco (o Juanfran per i terricoli) abbatte Ronaldo (minuto 72) credendo di poter offendere le sue ginocchia di topazio, ignaro del fatto che la Kryptonite del Nostro CR7 sono le calzamaglie non coordinate con i pantaloncini. Ciò spiega la sua totale (di Gianfranco) perdita di trebisonda al minuto 77, quando rinvia avanti di schiena finendo indietro verso il portiere e creando le premesse per un'eventuale irregolarità, ma l'arbitro capisce che CR7 ha spedito l'avversario nel Tesseract già da mo' e il povero Gianfranco è convinto di essere su Saturno. Passiamo in cavalleria, su.
Tanto ci pensa Bernardeschi al minuto 83 a farsi spolpare in area di rigore e CR7 a trasformare un umile pallone in un proiettile metafisico che va a colpire il Cholo PROPRIO LI'. Dopodiché cinque superflui minuti di recupero, ma l'inscalfittibile Bernardeschi non teme di lasciarsi camminare addosso in tutte le zone del campo pur di guadagnar tempo. E il tempo si chiude con il napoleonico Dybala che scende sulla fascia. Fischio. Applausi. Griezmann usato per spolverare gli angoli della panchina.

COMMENTO
Allegri, che poteva passare per quello che tanto sta svuotando casa e quindi fatti vostri, ha trovato una connotazione tattica epicurea, in grado affondare con sobria noncuranza nelle maglie avversarie, ammirando di converso il loro colare a picco silenzioso senza infierire. Concretezza e concentrazione hanno caratterizzato l'azione di una squadra che è andata al sodo fin da subito, sfruttando forse anche una certa spocchietta dei madrileni (non è escluso che l'acaro della Sfiga si annidasse nella chioma di Grìzman), troppo adagiati sul risultato di partenza. Bravò bravò ad Allegri. Del resto, Lady Juventus all'età di Kean faceva cose così.  


martedì 12 marzo 2019

Il nome della rosa 2.0 ep. 3-4. I turbamenti del giovine Adso.

[ANTEPRIMA]

Stranamente l'auditel della seconda puntata è crollato di 8 punti; chissà perché: inizio alle 21.30 inoltrate, avvio dell'episodio a sandwich tra una miriade di spot, intermezzi pubblicitari e una noia a non finire... normale, no?

Comunque

Mentre il povero Adso tenta disperatamente di fare slalom tra monaconzoli vogliosi ("Ehi fisichino, ci vediamo a Formentera quest'estate??"; "Scusa, ma 'adso' è un soprannome, vero??", "Ciumbia se sei  tonico! Quanti ne fai al giorno??" and so on...), Guglielmo comprende definitivamente di avere una platea di astanti che si possono stupire con un niente, come gli Hobbit. Eccolo quindi alle prese con raffinati giochi di prestigio ed effetti pirotecnici, come la dimostrazione della terna pitagorica  3-4-5, mentre il suo giovine attaché decide di cercare un compromesso tra corpo e spirito.

[Per una serata poco vistosa, con sceltissimi amici...]

[FINE ANTEPRIMA]

Si riprende nella biblioteca, dove Guglielmo ripete (o impreca) a squarciagola "Adso, Adso, Adso!!", poi lo trova moribondo a terra e aggiunge: "Adso, Adso!". Giusto in tempo per sfuggire da quel luogo di malessere, restituendo al giovine la collanina pegno dell'occitana: "L'avrai trovata quando passeggiavi nel bosco...".
E in effetti il bosco, narratologicamente parlando, è un po' l'Altrove esistenziale di Adso, che da giorni sente pruriti sotto al saio, e non sono le tarme. Difatti, giunto in chiesa per i vespri, vede mostri ovunque.



Visto che la gente si avvelena facile, Guglielmo consiglia Adso di mangiare solo in comune con lui (ecco, vedi...?) e intanto Adso sputa schifato i Kellog's.
E mentre compare straparlando Salvatore, SECONDA BEST BOIATA 2019: il famigerato penitenziagite del monaco cinghialone sarebbe la crasi di pentitevi e agite [ma quando mai...]

Ciò spiega perché Adso, tutto cocchino e fomentato, chieda innocentino a Malachia nientemeno che  l'Historia fratis Dolcini heresiarchae o qualcosa di simile; "sai, ho visto arrostire un dolciniano a Firenze, vorrei approfondire...". E qui il tapino dimentica: MAI citare dolci o dolcini se nei paraggi si aggira Jorge, che difatti non perde mezzo secondo e si accoccola vicino al novizio per ricordargli che Dolcino era moooolto indulgente verso i peccati della carne.
Tanto basta perché la carne di Adso si scaldi e il giovine esca frettoloso dalle cucine (sotto al naso del cuoco saputo: "Affamato, ragazzo....?"; "Sì!").
Ed eccolo con l'Occitana a giocare a Taboo, con quel tipico esperanto transnazionale da paninaro anni '80 in caccia di svedesi a Bellaria: "Questa si chiama bocca, queste si chiamano pal... [musichetta] ...pebre, queste si chiamano laaaabbr... [video] ...a", al che lei si mette a fare il richiamo della ghiandaia con le mani, gliele avvicina, lui suonicchia il lamento dell'usignolo frullato... ed ecco che si slancia, ma riceve la prima, eloquente friendzone, allora, timoroso che l'Occitana non capisca il latino, passa al tedesco: scusami, io... du bist min, ich bin din, des sollt du gewis sin (cfr. qui) (evitate di ridere, ricordatevi che noi cominciamo con l'indovinello veronese).
PARE siano le prime parole poetiche teutoniche. Ma lei friendzona anyway.




Nel frattempo Abbone chiede a Guglielmo: "Dove sta la verità?"
Guglielmo: boh.

Momento allunga-zuppa: Bernardo Gui si fa un bagnetto al fiume facendo aderire piaghe pregresse alle aguzze rocce del greto per soffrire un po' mentre rimembra gioioso antiche torture ai danni di una dolciniana in odore di stregoneria. La quale ricompare in modalità La freccia nera, mezza Shannara e mezza Robin Hood per tentare di infilzarlo, poi fugge tra rocce metamorfiche, poi strazia un cavaliere a caso, quindi stramazza. Che sarà un po' la cifra del suo comportarsi in questo episodio. A cosa serve il tutto per lo sviluppo della trama? Boh.



O forse il tutto serve a far lievitare i venti di Zefiro attorno (e dentro) Adso: dopo aver giocato ai vetrini con Nicola, Guglielmo decifra il messaggio di Venanzio, scritto con la crema di porri che ricompare se esposto al vapore (fratello bench guarda e disapprova). Per non si capisce quale link narrativo, la sera stessa, nel suo lettuccio, Adso in camicia da notte non riesce a star fermo, quindi si appiccia con faccino alla grata per chiedere a Guglielmo lumi su un argomento decisamente in linea con il dilagante nominalismo occamiano: il sesso.
A domanda: "E' un peccato amare una donna?", Guglielmo, che potrebbe tappare la bocca a cicciobello semplicemente ricordandogli il senso di quel sacco di iuta che si porta addosso, la prende alla larga (una donna ebbe in grembo Cristo; una donna sarà regina del Paradiso, ecc. ecc.) credendo di dissuadere il giovine dal suo bricolage, E INVECE LO SPINGE AD AGIRE. Adso, col sorrisone di chi ha appena scoperto il lato in ombra dell'edicola sotto casa, indossa i calzini con la faccia di Vegeta e si prepara all'assalto notturno, QUAND'ECCO che Benjamin Linus si mette a urlare a tutto corridoio che è sparito Berengario.
Proprio ora... si dispera Adso, ma Guglielmo trova il modo di fargli capire che è dalla sua parte battibeccando con Remigio sul fatto che certo, alcuni monaci lì dentro hanno indulto ai peccati carnali.
Con le donne?
No, dice Remigio, peggio, molto più sconvenienti.
Allora, replica Guglielmo, peccare con la femmina è conveniente??? (Adso malcela la goduria).
Insomma, Remigio spiega di aver congredito con l'altro sesso, ma molto più osé è il bagnetto di Alinardo, con manina che fa le onde e pieduzzo avvizzito che fuoriesce dalla tinozza tra una citazione dell'Apocalisse e l'altra. Giusto perché Guglielmo e assistente corrano in bagno per scoprire che Berengario è affogato lì.




[Saltiamo le gesta socialrivoluzionarie di fra Dolcino]

Guglielmo decifra ulteriormente la crema di porri di Venanzio: sembra il farneticare di un demente, commenta Adso (da che pulpito...).

E di nuovo nella biblioteca: di passaggio segreto in passaggio segreto, i due trovano il tempo di fare salotto sfogliando libri introvabili, come roba medica di Avicenna che indirizza ulteriormente Adso a dare un senso al suo nome nonostante la scelta di vita: L'amore non nasce come malattia, ma si trasforma in malattia quando, non essendo soddisfatto, diventa un pensiero ossessivo; per cui un incessante battito delle palpebre, affanno e aumento dei battiti del cuore

"Vuoi vedere che parla di me?", si domanda l'ingenuo tedeschino.

Chissà, nel frattempo prendono nota delle lettere in rosso sulle pareti, metti mai che si metta su d'emblée una sessione di Cluedo, e giungono alla sala dello specchio, vicino ad una macchina di chiara origine giapponese fatta di canne d'organo orizzontali che sanno fischiare orribilmente il vento. Dal che deduciamo che in questa abbazia esercitano gli sceneggiatori di Bem il mostro umano.

Alinardo, per esempio: quale goduria più della sua, nel dire ad Adso che tutto quaglia con l'Apocalisse?
O Malachia che piange sul cadavere di Berengario citando in modo lievemente equivoco il Cantico dei Cantici, salvo poi dare dello sporco traditore al defunto.

Insomma, detto che "Risolvere un mistero non è la stessa cosa che dedurre la principi primi" (cit. GdB),vista la lite da villa Arzilla a colpi di allusioni piccanti tra Alinardo e Jorge di fronte ai neoarrivati ospiti, subìto il solito assalto di Jorge, interessato al colore dei sai dei confratelli (romance romance....), sentito Guglielmo che, confondendolo con Einar, lo presenta al suo superiore generale come un ragazzo "ancora in lotta col suo cuore", Adso molla il manicomio e si getta in cerca di Occitana, trovandola appesa ad un cappio per conigli sapientemente teso dal sempre fremente Salvatore.



Segue tenera scena di medicazione e poi Adso che perde ogni qual minimo freno inibitore e viene posseduto direttamente dallo spirito di Massimo di Cataldo: sai, ho letto su Avicenna's Weekly che l'amore è ossessione... ma io non voglio guarire... in te io ritrovo me stesso e in me stesso te... [passaggio a corteggiamento da imbranato] sai che Avicenna diceva che prima si afferra il polso della persona che ama per sentire il battito cardiaco, poi si sparano nomi a caso e quando accelera il battito... no?
[lei lo guarda ebete]
Dai, proviamo: Antonio, Bartolomeo, Gabriele, Horochimaru..... Adso! Visto, visto? Ti sono aumentate le pulsazioni! Bacino???
[No, Adso, non oggi... tu ci provi, ti appicci a ventosa, cerchi ardente le belle forme sotto lo spolverino di H&M...]
Bum, lei lo ri-friendzona
E lui, persa ormai la dignità: "Ti vedo dovunque, sui libri, quando chiudo gli occhi quando li apro" e intanto la manina teutonica scende lungo la sottoveste in cerca di appaganti approdi, ma lei è pazza e sta per pugnalarlo: "Dont tacc mi!!!"
Lui rinsavisce
Lei chiede desculpame
Lui crede che lei stia facendo un Erasmus e le regala un libro di poesie nella sua lingua (?)
Lei legge. Alla faccia del Medioevo.
Un'operazione culturale che consente comunque ad Adso di guardare con bamboccesca sfida, e gambe bene aperte e ben piantate, Salvatore al suo ritorno al manicomio.
[Intanto Robina Hooda si trascina tra le fratte moribonda e crolla. Sa fare solo quello].
Del resto

"Siamo dei nani, nani sulle spalle di quei giganti... E nella nostra pochezza, riusciamo qualche volta a vedere più lontano di loro"

Sì sì, senza dubbio. Sono gli sceneggiatori che non riescono a vedere oltre l'orizzonte degli eventi del sonno del pubblico. Se la presente, OGGETTIVISSIMA recensione vi è sembrata un filino zompo-oriented, sappiate che la puntata vergeva pochissimo sugli elementi sherlockeschi per indugiare su una love-story che non ha alcun pregio: non tanto perché Adso è un monaco E QUINDI, ma perché questo indugio su turbamenti pseudo-stilnovistici sta appesantendo senza senso, oltre che sviando dal suo obiettivo, una narrazione già di suo lenta e ormai davvero poco quagliante con l'opera originale. La fedeltà del medioevo di Eco alla realtà storica si può ovviamente discutere, così come la sua scelta di fare mashup di generi & provocazioni al lettore. Solo che qui non si provoca un bel niente: chi già conosce la storia si chiede perché tutti questi fili narrativi che sembrano andare ciascuno per conto proprio; chi ha visto anche il film del 1986, già controverso di suo, si chiede perché qui la controversitudine debba durare il quadruplo. Ma soprattutto: cosa ci sta dicendo questa fiction di più e di meglio rispetto al diluvio medeval- fantasy- trullallone degli ultimi 15 anni?
Bref: cosa manca a questo lavoro? Secondo noi, il 'gioco'. In cosa consisterebbe questo 'gioco'? Un giorno ve lo diremo... [cliffhanger mode on][dai ciccio, famo che arrivamo a ccento??]






martedì 5 marzo 2019

Le grandi recensioni di Eligio De Marinis. Il nome della Rosa 2.0 ep. 1-2. "Adso, perché mi stai seguendo ...?"

Con una certa cattiveria, un recensore cinematografico di vent'anni fa definì Il nome della rosa "il libro più venduto e meno letto" di Umberto Eco. In ciò, evidentemente, stigmatizzando la potenza del tam-tam di massa che portava a comprare il libro "perché lo leggono tutti", salvo poi arrendersi ancora prima della descrizione del portale dell'abbazia. Può anche essere. Ma potremmo citare vagonate di gente che, appena appena si accenna al tema dei ricordi, tira in ballo Proust solo perché hanno in mente (o hanno sentito citare) l'episodio della madeleine, ma non sanno un tubo di Gilberte, Saint-Loup, Swann, Odette, Albertine, la figlia di Vinteuil, Bergotte, Eltsir, madame Verdurin, Charlus, Morel, la matinée Villeparisis, la soirée Guermantes et compagnie chantante. [sono odioso, vero...?] Quindi il problema è antico.
E' dunque il caso di stupirci del tam tam telefilmico per l'opera epigona di cotanto romanzo e cotanto film? Otto puntate da 50 minuti potrebbero riuscire là dove 2 ore e 11 minuti di filmone trent'anni fa obiettivamente ciccarono? Restituirci la raffinata atmosfera medieval-giallistica con le ricercate sfumature occhieggianti a più livelli di fruibilità, attuandosi così il vertice dell'estetica pop di Eco?

Ecco... boh... ricomponiamo le idee..  [DISCLAIMER: SULLA DISPUTA DOLCINIANA VI ARRANGIATE QUI]




Anteprima, Europa, da qualche parte nel 1327 d. C. (680 anni prima della vittoria di Simone Cristicchi a Sanremo)

Un giovane membro degli One Direction biascica latino mistico per salvare l'anima di un compagno moribondo, poi entra nella tenda del padre, che intanto se la spassa con selvaggina del luogo, si sveste, mostra gli addominali, aspetta di diventare trending topic su Twitter come #adsochefisico, quindi si riveste. Dal che ci viene spoilerato il tema della serie: virilità, virilità.




Infatti, mentre Guiglielmo da Baskerville, nei dintorni di Firenze, distribuisce pane raffermo ai poveracci, inneggiando alla conoscenza come strumento di miglioramento dell'umanità e abbracciando i lebbrosi perché lui può, Adso cerca la verità vera, definendo INTERESSANTE Guglielmo [il quale peraltro spara la BEST BOIATA 2019 indicando S. Francesco come Giovanni di Bernardino. - se vabbe' -]. Guglielmo ricambia in un altro flash-sideway, chiedendo al padre del giovine il nome del figlio. "Adso, perché?" - "Curiosità...". Ovvio.

A questo punto Guglielmo inizierebbe a discettare di connessioni essenziali in piccole aree degli affari del mondo  ["mi chiamo Adso" - "Lo so"]... 

FINE ANTEPRIMA- MA PASSIAMO SULLE ALPI PIEMONTESI

Adso, giusto perché nel Medioevo nomina sunt consequentia rerum, scova una disperata occitana che segue lui e Guglielmo come Gollum faceva con Frodo e la sfama. Lei lo prende come un sì e decide di stalkerarlo per tutto l'episodio. 
Guglielmo sherlockka aiutando i poveri fratonzoli a trovare una botte di brunello di Montalcino scappata tra i boschi e dimostra alte doti induttive, oltre ad una discreta faccia di bronzo nel millantare ciò che non sa. 



Nel mentre che schiatta Adelmo, GODIAMO all'inverosimile vedendo che il padre padrone dell'abbazia è nientemeno che Benjamin Linus di Lost!! E ci sia consentito dire che il nostro Best Abbey Award va direttamente a lui, perché con sole 5 espressioni facciali ha già preso tutta la scena. Bravò bravò.




Niente a che vedere con le faccine furbette da sotto in su di Adso, in attesa di esibirsi a Top of the pops, mentre Guglielmo asfalta l'abate con le sue deduzioni sulla morte di Adelmo. L'abate decide dunque di servirsi del collega per risolvere il 6539° quesito con la Susi del La Settimana Enigmistica e vincere lo scooter, visto che è inverno. 

Ma ricordiamo che il protagonista è indiscutibilmente Adso, comunque lo vogliate intendere: difatti nella biblioteca tutti i monaci, figli o nipoti di Lurch della famiglia Addams, si girano al suo ingresso, facendo a gara a chi accusa l'altro di amichetteria coi colleghi. Il più intraprendente è comunque il non vedente Jorge, che senza perdere tempo in citazioni bibliche SGUANCIOTTA Adso sotto lo sguardo indignato di un biondino platinato appassionato di palestra (deduciamo noi, dal momento che si chiama bench), che si vanta di leggere poeti pagani, poiché "la lettura è una dolce missione in un mondo dominato dalla decadenza". Bello, in un'abbazia dove schiatta un monaco al giorno. Ma il biondino, che [SPOILER] ha visto Adelmo aggrancarsi Berengario, accusa senza mezzi termini Adso di fare il toy-monk con Guglielmo. ORRORE, ribatte Adso che, per ricordarsi come si chiama, prima si sgrassa i piedi in camera con Guglielmo (ma bench non è lì a vedere), poi dice le preghierine davanti alla statua della Vergine, quindi accompagna Guglielmo e Severino [SPOILER: intanto è morto pure Venanzio] a squartare Venanzio, ma la vista del duodeno dei confratelli lo offende, allora esce in cortile e chi trova? Jorge, che dopo avergli detto non ci vedo una ceppa, ma ho riconosciuto i tuoi passi, lo afferra per la mano chiedendogli chi gliel'ha fatto fare di stare col francescano e 'mmo basta, sono Adso, chiaro? E per confermare il blasone, va a recuperare Gollumina che intanto dormiva attaccata ad una parete dell'abbazia per non perderlo di vista. Persi nel bosco, lei gli racconta la sua triste storia coi bastoncini e gli regala una collana come pegno per la zuppa serale. E lui torna a sentirsi Adso. Salvo poi venir cazziato da Guglielmo. 



Il quale Guglielmo, ebbro di essenza di mandarino cinese aspirata in farmacia, coglie Berengario spalmato sul pavimento della chiesa e inizia a incalzarlo sui suoi rapporti assai amichevoli con Adelmo. ORRORE, ribatte Berengario che, conscio del fatto che a questo ritmo otto puntate non verranno mai fuori, fa partire dei flashback in cui Remigio-Bentivoglio conosce Dolcino- Boni e decidono insieme di fondare il PSI [nel frattempo Bernardo Gui - Rupert Everett prende al guinzaglio una che fornica e se la tira dietro][e altra gente muore in un posto chiamato pietranera][devono aver capito che le cose stanno accelerando un po'...].
In tal modo, il biondino ha il tempo di vuotare il sacco circa le tresche immonde da lui visionate, quindi, per tutta logica, Sherlock e W-Adso-n vanno da Alinardo a farsi fare un po' di allegorie dell'apocalisse, entrano in biblioteca, Adso aspira peyote da un incensiere e vede immagini demoniache, animalacci che prendono vita, fantasmi del passato, qualche Uruk- hai preso a prestito da Isengard poi qualcuno lo assale da dietro, buio.

BILANCIO
Il romanzo mi rapì nel lontano aprile 1992, quindi credo di essere un po' prevenuto. Sapere già come va a finire [SPOILER: stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus] certo mi raffredda un po' il giallo, ma più che altro il ritmo complessivo mi pare un po'... gnucchetto. Gli attori fungono anche, la fotografia funge, tutto in sé funge, ma... non sento la fiamma. Forse è il romanzo di Eco che ha troppa sostanza extra-filmica, cosa che per amor di paradosso [considerando l'estetica crossover di Eco] [avanti, adesso sparatemi addosso] impedisce la completa resa fuori dalla nuda pagina, con tutta la ricchezza di sensi & sovrasensi che il lettore più o meno saputo può cogliere. Ci sono, è vero, memorabili sentenze sparse qua e là ("Mentre sogniamo mondi migliori, governanti ciechi guidano popoli ciechi verso l’abisso"; "Esiste un solo modo per combattere ignoranza e odio: usare la conoscenza per aiutare la razza umana"; "Il non vedere le cose, non impedisce loro di esistere";"Qui nascono le gemme più preziose della cultura del mondo intero: i nostri libri"), ma sono appunto sparse. Vorremo vedere come se la giocano con la disputa di Guglielmo [SPOILER: Guglielmo disputa benissimo]. Comunque, rispetto alla noia annientante del grosso delle serie RAI (escludendo giusto cose tipo Tutto può succedere), qui c'è una noia chic. Lucida e appagante. 
Sì. Siamo proprio diventati di gusti difficili.
[SPOILER: il basilico nel pesto di melanzane è la morte sua]