Motto


"Chi scende, non sale; chi sale, non zucchero; chi scende, zucchero".



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venerdì 1 maggio 2015

UGF 03X04: "Ma tanto qui è... pro bene, veh...!"




[Ma la Ferrari che è di Piacenza perché parla come una romagnola?]
[Ma Reggianino puccia i biscotti nel lattino come uno di sei anni?]
[A Inverigo hanno il Liceo Classico dedicato A KANT???? Ah, sì, è la patria della ragion pratica...]
[Si vede che l'egizio lavora da Raoul: corre a perdifiato per tutta la puntata per niente...]
[Stavolta il rientro di Edo ha generato una sequenza meno bradipa dell'altra volta, facciamo progressi...]
[Scherzi a parte, senza Gianni Cavina non è più quella fiction...]


Gradisca Ferrari assassina volutamente il latino allo scoprire che la sorellastra lavora aggratis per difendere le giuste cause dei poveracci, cosa che per lei, cresciuta negli stenti e, pare, in molto altro, e non sempre nettissimo, risulta assolutamente lunare (seguono scambi di battute che portano Laura ad un passo dall'omicidio, ma vabbe'). Sarà allora una nemesi necessaria tentare la sorellastra a lanciarsi nel fantastico mondo delle autoreggenti. Ma non è che l'assaggio: nella puntata di questa settimana gli autori hanno deciso di far impazzire tutto il cast per poi rovinarci addosso la tragedia delle tragedie, così che Casa Vianello diventa d'un colpo Criminal Minds

Fortuna che lo seppellite a mercati chiusi...

1) Crisi Calimero: Reggiani the First cade nelle classiche depressioni a carattere cronico-melancolico, che secondo Areteo di Cappadocia, perlomeno a sentire le tesi di costui, si origina da un sovrappiù di bile nera che sale dagli ipocondri alla testa e devasta l'umore. Sì, Stefano non regge l'addio con Narici Moresche e inizia a manifestare i classici sintomi del male: ha gli incubi, è sempre musone, gira il cappuccino in senso anitorario, non ha voglia di far niente (ma questa cosa pare che gli venga da lontano, l'ultimogenito delle famiglie straricche in genere, si sa...), non mangia, rifiuta il succo di frutta offertogli da Nora, costretta a passare lo straccio perché la domestica è in ferie (particolare apparentemente peregrino, ma in realtà capitale per il prosieguo delle cose). E insomma, Stefano soffre. Raoul, memore di quanto possa la scuola di Hokuto, lo spedisce dallo psicologo che cura i tapini del suo maneggio, ma Stefano dice nonono! Mica sono matto! Ho perso l'amooore della vita e ci sto male. Punto. Salvo poi andare a ri-raccattare la nipotastra zoccola che bigia il primo giorno di scuola e si intrattiene coi soliti tamarri della locanda, ma in riva al lago: sono le dieci del mattino, che si fa? Ti riporto a casa (come qualsiasi quasi-zio avrebbe fatto)? Macché, andiamo ad occupare il tempo con un bel giro in pedalò sul lago. Ah, quanto è erotico il pedalò: ed ecco, proustianamente, tutte le immagini di quando lui e la ex pedaleggiavano allegramente come due turisti tedeschi qualsiasi a Cervia. Flash color seppia. Fitte al cuore. Potenza della memoria involontaria. Basta, retropedaliamo e chiamo il medico dei pazzi. Sono pazzo. Vado dove andavo con lei. Uffa. Tipo quel cavalcavia da passeggiatrici che, insomma... toh, una sfigata come me che piange in auto...


Avevo detto niente salsa di soia, cribbio!!!


2) Crisi Raoul: che poi uno dovrebbe guardarsi in casa. Il bel comunistone di casa Rengoni non s'arrende all'idea che la Ex, avendone mille e un diritto, voglia sparire dalla faccia della Brianza col figlio suo e di lui. Risvegli angosciosi. Dialoghi senza sbocco. Sguardi inferociti dal rancore. E allora, ecco rispolverato un grande classico della melancolia raoulesca, la corsa a cavallo in stile André di Lady Oscar dopo che è passato di lì il conte di Fersen. Via, verso prati lontani a piangersi addosso, e Chiara ad inseguirlo. Il tutto mentre l'egizio trafuga il numero di cellulare della Vale dall'ufficetto e Stefania va dalla rivale per dirle suppergiù: "Ti sei riprodotta almeno tu, e faglielo godere un po'!". Era dai tempi dell'Hecyra di Terenzio che non vedevamo tanto altruismo. E la speranza si infiamma.

"Attendo un evento dismanente" "Quei giorni lì?" "No" 

3) Crisi La Vale: bisogna ben solleticare l'ampia platea bimbominkika della fiction (?), ed ecco la Vale, ormai cotta d'Egitto, abbandona la classe in gita e da Roma e torna in Brianza. Come no. Cioè, detto che, come è noto, i bimbominkia sono talmente ripiegati sulla propria emotività da non avere altra scala di valori che non siano i propri istinti, che ciò si trasformi in un atto di indisciplina da pazzi, roba da far invecchiare di 70 anni in una notte sola i docenti per culpa in vigilando, è forse un pochino troppo. Non è inverosimile. E' semplicemente troppo. Ma si sa, bisogna preparare il terreno alla catastrofe finale, quindi... ["che bello che sei sempre sincera con me", si sbriciucchia Chiara... se vabbe'. E il nerd che piange...]


Leonard Nimoy chi? 

4) Crisi Casa Vianello gender: cosa accadrebbe se si girassero I Cesaroni in salsa "famiglia aperta con fratelli acquisiti di chiastica omosessualità"? Ecco la risposta: Reggiani the Second scopre che la sorella lesbica d'importo è più crudele di Tisifone con Pegasus, gli sposta tutte le masserizie da una camera all'altra, lo percula per scarsa iniziativa col vicino di pianerottolo. Un demonio. Ad un passo dalla fuga da casa e ciao alle colazioni di famiglia "con quella là". 

Se io volessi, gli One Direction qui, subito!!
Roarrrr...maschiaccio...!

Però però... c'è del vero in almeno una delle eccezioni di principio della sorellastra: ci vuoi provare con Mattia o no? Ecco, Reggianino vorrebbe, ma siccome quello che impersonava prima Niccolò (Luca Peracino, che scopriamo da Wikipedia essere attore comico... ah, questo spiega tutto...) aveva preso una tranvata extralong dal pitturista, vorrebbe andarci piano, pianissimo. Ed ecco che entra in scena, per un commovente canto del cigno, il Capofamiglia, che spiega a Niccolò che, a 22 anni suonati, DEVE vivere, uscire, AVERE UNA RELAZIONE. "Incontra un ragazzo e innamorati, io ti voglio vedere fidanzato!", bum!!! Roba da far infartare la povera Laura. E così colui che abitò ai tempi nella casa delle finestre che ridono (a quanto pare ben più sicura di Casa Rengoni...) si atteggia a liberal mille volte più della figlia. Gli pioveranno addosso comete?
E insomma Reggianino va in piscina, fa la nuotatina, si fodera di amianto il costumino e "Ciao, Mattia!!!!", il quale Mattia arriva tutto zompettante a bordovasca, "Ciao, non ti avevo visto!!" (grazie, era in acqua), ma giusto quando Niccolò è pronto al Grande Approccio, spunta una lei al fianco di Mattia e pluf, giù in acqua. E Niccolò abbandona l'arena (che poi salterà fuori che questa qui è la cugina o la sorella del Mattia, minimo...).  

4) Ciao, Ernesto, uillmìssiu: no, niente comete, più umanamente i ladri in casa, e forse c'entra l'avanzo di galera ex di Gradisca, che in una furiosa colluttazione a colpi di frutta candita aveva rubato le chiavi e lo schiaccino di Casa Rengoni alla ex. Chissà, sarebbe pure troppo. Certo che nella serata al ristorante del maneggio (menù vegan, pare di capire dalle foto) il povero Capofamiglia aveva preso una bella serie di pesci in faccia dai figli, ostili all'adozione di Gradisca e al riassetto azionario della fabbrica ormai prossima alla cessione. E qui il grande tema Buddenbrookiano dei figli che non sanno o non vogliono proseguire l'attività paterna. Setticemia in arrivo? No, ma l'unica pifferi di sera che non c'è la servitù in casa, ecco la devastazione a Casa Rengoni, un tempo più impenetrabile del Castello di Grayskull, oggi più violabile di un crescenzino. E il povero Ernesto schiatta, a distanza di circa tre ore dall'infortunio, nel modo più inglorioso possibile, ovvero per un colpo di ciabatta alla base del collo.

Forse perché della fatal quiete...

Ma era da tutto l'episodio che Ernesto sentiva la fine del ciclo. E voleva vendere la fabbrica alla multinazionale che gli avrebbe statccato un assegno pari al PIL semestrale del Bahrein... Eh, ma i treni passano... 
Funerale sobrio, ma ecco all'orizzonte riappare EdoGassmann (seguiamo i suoi desiderata e mettiamo la doppia enne a fine cognome), e subito la Rengoni perde due terzi del proprio valore. Ad averla venduta prima... 

3 commenti:

  1. "Ed ecco che entra in scena, per un commovente canto del cigno, il Capofamiglia, che spiega a Niccolò che, a 22 anni suonati, DEVE vivere, uscire, AVERE UNA RELAZIONE. "Incontra un ragazzo e innamorati, io ti voglio vedere fidanzato!", bum!!! Roba da far infartare la povera Laura. E così colui che abitò ai tempi nella casa delle finestre che ridono (a quanto pare ben più sicura di Casa Rengoni...) si atteggia a liberal mille volte più della figlia. Gli pioveranno addosso comete?"

    Uhm... a me non sembra un'uscita poi così "liberal". Mi pare più il classico predicozzo del Capofamiglia in stile "giovanotto-metti-la-testa-a-posto", soltanto adattato alle circostanze (la gayezza del destinatario). ;) Quei "22 anni suonati", poi... mi sanno tanto di "paterfamilias" abituato a valutare l'età da matrimonio in base a canoni primonovecenteschi. xD Addio, mi ha fatto sentire una vecchia ammuffita... xD

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  2. Infatti è liberal se rapportato alla madre di Niccolò. I 22 anni suonati li ho aggiunti io...

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    1. "...è liberal se rapportato alla madre di Niccolò." Ah, capisco... ;) Per la serie "essere più papista del Papa... e più nonna del nonno"... xD

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