Motto


"Chi scende, non sale; chi sale, non zucchero; chi scende, zucchero".



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domenica 7 aprile 2019

Il nome della Rosa 2.0, finalone. E poi l'oblio.

[ANTEPRIMA]

Visto che solo pochi di voi arriveranno - stremati- in fondo alla lettura, sia qui consentito sciogliere un inno alla recitazione dell'unico che lì dentro ha capito qualcosa, il nostro SESQUIPEDALE Fabrizio Bentivoglio, perfetto nella resa tragica di Remigio, mai sotto né sopra le righe, ma perfettamente calato in una parte atrocemente atroce.

[FINE ANTEPRIMA]




Occitana viene portata urlante come un Nazgul in prigione, mentre un intirizzito Adso, ancora più inespressivo del solito, colpa del freddo, piomba all'abbazia e si spalma nella cella di Guglielmo, spalancando gli occhioni da cicciobello drin drin quando gli si fa notare che la tizia adesso è tra le mani di Bernardo, quindi è spacciata.  

Al che Adso fa per precipitarsi, ma Guglielmo gli ricorda che finire al rogo è un attimo, allora ad Adso si allungano le guanciotte e subito dopo lo vediamo in atteggiamento michelangiolesco a farsi medicare il faccino (Christian Slater, where art thou??).

La buoncostume provvede intanto a sigillare le gonadi di Salvatore con acconcia marchiatura  e mentre le urla del poliglotta invadono la notte, Bernardo prega.
Tutti i monaci fanno capolino nel corridoio, pensando a qualche rituale proibito con Adso protagonista ovviamente. 

Poi Bernardo passa da Salvatore e gli chiede: "Hai le palle per rispondermi?"
Salvatore: "Quali?"
Bernardo: "Appunto. Adesso vuota il sacco!"
Salvatore: "Ancora con 'sta storia???"
Bernardo: "Andiamo a cacciare nella vigna del signore?"
Salvatore: "Cioè?"
Bernardo: "Remigio ama Occitana?"
Salvatore: "No, è quel fighetto di Adso!"
Bernardo (alzando la cornetta): "Pronto, Novella 1327???"




Robina tenta invano di uccidere Bernardo, ma sbaglia tre volte cella e va a disturbare Jorge, il quale chiede di essere ucciso, ma lei no. 

Adso si spalma sul pavimento della chiesa per impetrare mercé a favore di Occitana e giusto in quel momento passa Jorge col frustino, tutto curioso di sapere cosa ci faccia il bel giovine INCHIODATO A TERRA. Appena prima che si passi alle vie di fatto, torniamo in cella con Occitana, sulla quale una guardia esercita un tentativo di sbirciatina, ma andando a vuoto le getta la pagnotta col piede.

Riprende l'adunanza chiassaiola e Salvatore infama bassamente Remigio per farlo finire al rogo
Bernardo: "E' vero che guardavate Topazio di nascosto?"
Salvatore: "Oui, meu domino"
Remigio: "Tu menti!!" 
Bernardo: "E che smerciavate cicche di Lupo Alberto al prezzo raddoppiato?"
Salvatore: "Oui, meu domino"
Remigio: "Tu menti!!" 
Bernardo: "E che avete craccato gli abbonamenti su Dazn perché a Dolcino piaceva Diletta Leotta?"
Salvatore: "Oui, meu domino"
Remigio: "Tu menti!! Ti fui madre, scudo, amico!"
Bernardo: "E le lettere con le password trafugate sono qui in abbazia ora, vero??"
Salvatore: "Oui, meu domino"
Remigio: "Tu menti!! Così mi ripaghi?" 



Guglielmo: "Scusate, ma un uomo con le parti basse arrosto può essere affidabile?"
Bernardo: "Come osi, eretico??? E comunque pur di difendere il segreto di quei codici Remigio non ha esitato a uccidere! Era convinto che anche Voi, Guglielmo, aveste in mano quelle carte... no?"
Guglielmo: "Veramente io stavo cercando un trattato sull'idrofobia canina [Adso socchiude gli occhi] che anche tu conoscerai [Adso sorridicchia]".

A questo punto Alinardo la tira addosso a Malachia: "Attento agli scorpioni".

Malachia: "Comunque non sapevo che fossero codici di Dazn..."
Abbone: "Ma vedi un po', adesso arriva la finanza, cretino!!"
Bernardo: "Vai pure Malachia..."
[voce da dietro uno scranno: "... tu mostravi le lettere e i novizi ti mostravano il culo!!"][risate][Adso abbassa gli occhi][Abbone minaccia una nota di classe e apre il registro elettronico]

Bernardo: "Insomma Remigio, vuoi confessare di aver craccato 'sti codici con Dolcino?"
Remigio: "Sì, perché non è giusto pagare per vedere il calcio!!! Confesso di aver creduto all'open source!!"
Bernardo: "Bene, sei condannato! E manderemo tutto in podcast gratuito"
Guglielmo: "Come??? Punite un peccatore peccando allo stesso modo?"

Al che Jorge, che rimpiange ancora 90° Minuto condotto da Paolo Valenti, si alza e grida di averne abbastanza. Adso si offre di accompagnarlo e Jorge gradisce. Guglielmo gli dice di stare attento. Adso ricambia con lo sguardo del tipo: "Tanto, peggio di così..."
Fuori nella neve Jorge chiede ad Adso di vuotare il sacco.
Adso: "Metaforicamente?"
Jorge: "Ovvio".
Adso: "Allora, se ti lascio schiacciarmi le guance, mi dai la benedizione a Occitana, così almeno muore in grazia del Signore?"
Jorge (spacioccando il giovine): "Cerrrrto... sei buono, ragazzo... ANCHE TROPPO..."
Adso conduce il vecchio conscio di aver compromesso per sempre le sue speranze recitare nel ruolo di Rambo.
Davanti ad Occitana, Jorge afferma di non sentire niente di diabolico. Anzi, niente proprio. E la assolve, mentre Adso la limona duro.





Bernardo: "Va bene, Remigio, adesso ti torturiamo un po'..."  
Remigio: "No, non è giusto!! E' grazie a me se Abbone ha fatto i soldi con i codici craccati!!"
Abbone: "Taci, bestia!!". E va a vomitare. 
Nel frattempo Remigio sbrocca a manetta delitti mai compiuti, il tutto con un tale trasporto che Guglielmo mette la mano sul ginocchio dell'ancora piangente Adso, contro il parere di Bencio, e gli fa notare di nuovo come la tortura faccia ammettere anche ciò che non si fece. "Maestro, me la state tirando??" chiede sottovoce il giovine.
Remigio inizia una preghiera satanica. Bernardo lo manda ai ceppi.

Guglielmo: "Bencio, tira fuori il libro".
Bencio: "Figurati, se sto zitto divento vice-bibliotecario". E se ne va.
Al che Guglielmo, non potendone più della faccia da cane bastonato di Adso, lo consola dicendogli che la lussuria ce l'hanno un po' tutti lì dentro, Bernardo quella del torturare, Bencio quella dei libri, ma la lussuria non c'entra con l'amore carnale, che vuole il bene dell'amato... Adso sorride rinfrancato, passando dalla smorfia da dodicenne triste a quelle di seienne triste. "E comunque, Adso, un monaco strafatto dell'Oriente mi disse che tre cose non possono essere nascoste: il sole, la luna e la...
Adso: "Maestro, posso ardire di completare la sua frase??"
"...verità!" . Adso abbassa lo sguardo.


Robina si fa un giretto nelle carceri e arriva alla cella di Occitana, promettendo di liberarla prima o poi e di portarle un po' di Elvive. Poi passa da Remigio e gli porta due ricariche della Wind in cambio dei codici di Dazn, poi però si mettono a ricordare i roghi dei bei tempi andati e allora lei si arrabbia e torna a liberare Occitana, disperata per le sue doppie punte, aprendo il lucchetto con un coltello da macellaio, poi svanisce dentro un buco a forma di croce, dimostrando di essere un barbapapà.

Bernardo: "Ma che odore aveva quella che ha provato a sgozzarti?"
Tizio: "Muschio"
Altra guardia: "Tipico odore da baldracca" [?] 

Mentre in chiesa si canta, Malachia ha talmente schifo dei canti che muore, non prima di aver maledetto Alinardo.
Guglielmo: "Vedi, Berny? Non era Remigio il colpevole".
Benrardo: "Io un colpevole ce l'ho e me lo porto ad Avignone. Adesso brucio Occitana e voi vi arrangiate"
Guglielmo allora consiglia a Michele di telare il prima possibile.




Di notte, solito momento confessione: Adso prega Guglielmo di impedire che Occitana vada arrosto: "Si può sapere che colpe ha? E' riccia naturale!!"

Funerale di Malachia. Bencio ad Abbone: "Adesso mi fate vedere il labirinto???"
Abbone: "No. Facciamo tutti schifo, comunque... Quindi da oggi mi tolgo da tutti i social".
Allora salta su Jorge a rimproverare i mali del secolo e Alinardo gli dà man forte: "Gli ultimi due episodi di Star Wars sono un insulto alla trilogia originale! Ma l'avete visto il naso di Adam Driver???"

[Eccetera, eccetera, ma arriviamo al sugo]

A un bel momento Adso si ricorda di un giochetto ipogrammatico nascosto nella parola equus e allora Guglielmo decide di schiacciare la prima e quarta lettera di quattuor nel finis Africae. Oplà, ecco comparire in un andito della biblioteca il buon Jorge, che ha appena intrappolato Abbone in uno sgabuzzino per fargli fare la fine del topo.
Ed eccolo lì, il secondo libro della Poetica di Aristotele, che Guglielmo legge evitando di ciucciarsi il dito e avvelenarsi.
Jorge apprezza la furbizia, ma decide di dare fuoco a tutto in una gioiosa ekpyrosis stoica, perché la commedia è un genere che non gli piace. Quindi partono insulti al ritmo di "ti metterei piume di pollo in culo" e "povero giullare!!!"

Ed ecco il gran finale: Jorge smangiucchia con lepidezza il libro suddetto per avvelenarsi un po', mentre il fuoco vorace si nutre della cedevole pergamena trecentesca che trabocca dagli scaffali. E allora Guglielmo, lungi dal volersi salvare la vita, decide prima di farsi un giretto tra le scansie per  recuperare il recuperabile. Lui sa cosa scegliere, ma Adso no...
"Maestro, le ricette culinarie di Benedicta Parodi?"
"Per carità, no!"
"100 modi per curare la peste?"
"Ma ti prego, siamo nel 1327, la peste è roba da antica Roma!!"
"Letteracce assortite di Dante Alighieri alla cittadinanza fiorentina?"
"Ecco, quello sì!"
"E qui... aspetta, qui c'è un codice delle tragedie di Seneca omaggio di Lovato Lovati, dove tuttavia leggo al verso 123 della Medea l'aggettivo non sana del ramo A invece di vesana del ramo E. Che sia un esemplare contaminato??"
"Prendi tutto!!!"



Nel frattempo Robina arriva al culmine del freccianerismo della serie e minaccia di sgozzare Bernardo se non liberano Occitana, che era lì lì per andare arrosto. Ovviamente Bernardo abbozza, Occitana fugge a cavallo, portandosi via anche un discreto quantitativo di olio per capelli. Appena prima che Robina riesca a farsi dare i codici craccati di cui sopra, scoppia il portale della biblioteca, al che il cardinale francese ciucco ne approfitta per esercitarsi nel lancio del giavellotto e lui, proprio lui, la flaccidezza fatta uomo, CENTRA ROBINA DA 30 METRI scagliandole contro un affare più lungo di lui e inchiodandola al muro.


Passa di lì Adso in camicia notte che la vede e crede stia facendo Calisthenics, quindi si ferma pensando di darle un colpetto, ma poi vede che sta un po' morendo e allora la disincastra e passa direttamente alle benedizioni in latino, sbagliando pure l'accento (venéris invece di véneris):
"Non temere Robina, la tua anima si salverà... Libera me Domine, de morte aeterna, in die illa tremenda.
Quando coeli movendi sunt et terra:
dum veneris judicare saeculum per ignem..."
"E'.... è viva...."
"Ciaooooo!!!!!" e schizza via lasciandola semi-purificata. Tancredi, prendi nota.

Remigio si butta nelle fiamme, Alinardo se la gode un mondo a vedere tutto quel fuoco e invoca
l'apocalisse, giusto prima di venir asfaltato da un cavallo.

Passano tre giorni e l'abbazia fuma che è un piacere, ma i nostri eroi sono già lontani. Adso, che da tre giorni cerca Occitana, trova su un tronco il libro di poesie che le aveva regalato, apre e vede scritto quanto segue: 

"Caro Adso, grazie per questo libro, ma come vedi io so solo scrivere, quindi non ho capito un tubo delle poesie che c'erano qui. Comunque sei stato gentilissimo. Anche se presumibilmente non ci vedremo mai più perché sei monaco, terrò sempre il tuo nome scolpito nel cuore, mio dolce Thomas. Tua Occy". 

[da qui Adso decide definitivamente di dedicarsi al culto...]

E' mattina, maestro e allievo si fanno una passeggiatina sui valichi alpini vestiti leggeri.
"Perché mi stai seguendo, Adso?"
"Il copione, Maestro..."
"Che sfiga però quella biblioteca... è il segno dell'anticristo... "
"Suvvia, siete stato un figo in mezzo a quei balordi..." [pacca sulla spalla che stimola la creatività verbale di Guglielmo]
"Adso, sono stato testardo, l'ordine immaginato dalla nostra mente è come una rete o una scala costruita per raggiungere qualcosa [Adso aggrotta le ciglia], dopodiché devi gettare via la scala perché per quanto sia stata utile, ora è priva di senso [Adso aggrotta sempre più le ciglia]... forse la missione di coloro che amano l'umanità è far sì che gli uomini ridano della verità... far sì che la verità rida!"
Adso a questo punto capisce che tutto questo delirio deve essere provocato da un'incipiente dissenteria, quindi prende un foglio di pergamena di quelli trafugati dalla biblioteca e lo dà a Guglielmo. "Ah, comunque poi torno a Melk a prendere i voti, qui in Italia crocione e mai più..."
Guglielmo: "Quando una rosa appassisce, della rosa resta solo il nome..." e gli dà una pacca sulla guanciotta.
"Va bene, alla prossima maestro..." e se ne va, non capendo che quest'ultimo volo concettuale era la richiesta di un deodorante per il dopo. 

Fine

Sul serio

Vabbe', guai a far pronunciare ad Adso le ultime parole prima di chiudere gli occhi per il viaggio eterno, il giovanotto deve restare giovanotto. Ma è il meno.   
Cosa non ci piacque di tutto ciò? Credo che sulla strada giusta possa metterci quella ricerca ad hoc degli studenti di Beni culturali dell'Università di Trento: i saggi osservatori hanno rilevato tutta una serie di errori che noi definiremmo filologici, nel senso che in abbazia sono presenti statue, vetrate e miniature che sono anacronistiche rispetto all'epoca dei fatti. Un modus operandi che tradisce un approccio ai fatti più da Trono di Spade che da film storico. Vero, o forse si potrebbe andare oltre: più che da fantasy americano, vedrei una certa arietta da film in costume alla Elisa di Rivombrosa, dove la cornice storica si estende attorno ad una vicenda che potrebbe essere ambientata in qualsiasi epoca, visto che la trama, ridotta all'osso, è quella di una qualsiasi soap opera. Niente a che vedere con I promessi sposi, tanto per dire. Che saranno pure la storia di lui che ama lei e uno si mette di mezzo, si separano e poi si riuniscono, ma il Seicento manzoniano è imprescindibile perché le cose vadano in quel modo e non altrimenti. 
Ecco, il Trecento in questa fiction è stato una raffinata quanto posticcia cornice per una vicenda che non ha trasmesso quasi nulla della tensione intellettuale presente nel romanzo. Troppo Adso [battutone...], vicenda sherlocckica messa spesso all'angolo, tematiche antropo-teologiche appena sfiorate, lungaggini nella disputa bernardesca che hanno addormentato senza eccitare.  
Nulla di memorabile, insomma. Anche se, a onor del vero, trovare qualcosa di memorabile che sia anche di qualità oggi è utopia. Perché da noi a Spocchialand alti ascolti NON SONO sinonimo di qualità. Semmai, come ci disse gente saggia al Master in Critica letteraria, un romanzo da 500.000 copie non è automaticamente un capolavoro, ma certo è un fenomeno da analizzare. 
Peccato che qui da analizzare seriamente ci sia stato poco.
Ciao.


[P.S.: a questo punto aspettiamo caldamente una fiction in 14 puntate su Va' dove ti porta il cuore]
[P. P.S.: Damian Hardung, con tutta la simpatia... entra in una boyband e stacci...]



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