Motto


"Chi scende, non sale; chi sale, non zucchero; chi scende, zucchero".



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domenica 24 marzo 2019

Il nome della Rosa 2.0 ep. 5-6. Disputando si affonda.

[ANTE-ANTEPRIMA]

La mostruosa banalità di quest'episodio mi indurrebbe ad astenermi dalla recensione, perché stavolta si è passato AMPIAMENTE il limite della stupidità. Pretendere che una fiction, basata su un romanzo che - lo si ami o lo si odi - ha un alto grado di complessità, si sostenga di fatto sulle spalle (e ho scritto spalle) di Adso e delle sue voglie occitane, facendo del resto un contorno, è una concessione al palato telefilmico più TRISTE che si possa immaginare. Ma alla fine meglio una sana critica che nessuna critica: spremeremo sangue dalle pietre, sallatelo.




[ANTEPRIMA]

Con una certa perplessità, il buon abate Abbone riceve e vidima la richiesta dei suoi inquilini di rinunciare al consueto momento comunitario del post cena per rinchiudersi in solitaria penitenza ciascuno nella sua cella. "Però, che gregge meditabondo...", pensa tra sé il sant'uomo mentre imprime il sigillo sulla carta. Egli ignora, evidentemente, che Remigio & C., avendo capito che Adso sta per concludere con l'Occitana, hanno disseminato tutti gli anfratti dell'abbazia di webcam per godersi lo spettacolo. Altrettanto tiepido stupore provoca nell'abate la ricevuta, firmata dal farmacista Severino, per l'acquisto di 82 ettolitri di Amuchina.



[FINE ANTEPRIMA]

Ripartiamo dalla fine dell'episodio pregresso, con Robina Hooda che si sveglia dopo essersi catafratta e Occitana se la porta via di peso, poi, avendo visto Il primo re anche lei (e anche noi) la medica inserendole dei vermi nella ferita. Il tutto con ampie rassicurazioni in un incomprensibile esperanto.
In realtà questo momento da voltastomaco serve a preparare lo spettatore alla visione della nuova puntata di Quattro Abbazie, che inizia con il sobrio banchetto offerto da Abbone ai numerosi ospiti giunti per la disputa: mentre Bernardo Gui ispeziona la location, il cameriere propone un menù degustazione del territorio all you can eat con salmì di piccioncini, coniglio, riso, pasticcio di borragine, olive ripiene, formaggio fritto, il tutto condito da vini e liquori di erbe. Al menù si potrebbe pertanto dare 7, benché non si abbia il coraggio di sperimentare una strategia fusion (chessò, nutria in crosta o noodles di tendini di macaco).
Al servizio  Bernardo non dà più di 5, perché Abbone non è riuscito ad evitare uno sterile battibecco sulla povertà della Chiesa, nonostante uno scicchissimo e soberrimo crocifisso d'oro zecchino regalatogli dall'inquisitore, con Cristo che ha al fianco una borsa (chi non si farebbe crocifiggere portandosi dietro due spicci, del resto?), ciò per ribadire che la favoletta della Chiesa povera è smentita sin da quei lontani giorni sul Golgota. Ebbene, nonostante lo sberluccichio, Guglielmo riesce a zittire l'interlocutore, che gli ricorda un passato da hippy, dicendogli: "Mi mancò il coraggio di inquisire sulle debolezze dei malvagi, perché scoprii che sono le stesse debolezze dei santi".

A riprova del carattere naif dei commensali, il capo  delegazione dei francescani poveracci si toglie il sandalo bucato, guarda compiaciuto e strafottente chi gli sta intorno, e lo sbatte sul tavolo, agitandolo anche un po' per condividere le zecche, in ciò anticipando un certo gerarca sovietico, per ricordare che la vera ricchezza è avere una suola biodegradabile a zero impatto ambientale. Dopo, pauperisti e gaudenti che siano, iniziano a mangiare come porci.



Ma come si sa, cibo e sesso vanno sempre a braccetto: ecco dunque che, mentre transitano i fegatini al vino rosso, Bernardo, con studiata noncuranza, la butta lì al rivale: "Non siete solo, Guglielmo, avete qualcuno con voi. Spero sia un allievo che dia gioia al suo maestro!!!" [i monaci dell'abbazia si danno vistosamente di gomito]
Adso [con occhi da cerbiatto]: "Sono benedettino".
Bernardo: "E dove vi siete conosciuti?".
Adso: "A Firenze".
Bernardo [sguardo famelico] "E cosa ci facevi lì?". 
Adso [affettando innocenza]: "Cercavo la bellezza!" [ad Alinardo va di traverso il branzino]
Guglielmo (sottovoce): "Stai mettendo le mani avanti??"
Adso (altrettanto sottovoce): "Molto avanti..."

Dal che, noi poveri spettatori che ci auguravamo una puntata meno sex-oriented delle altre due, ci ritroviamo pronti all'ennesimo giro di Bayside School - Middle Ages Edition: sospetto atroce e atrocemente confermato dal successivo dialogo col sempre più braccato Remigio, conscio che Bernardo ha pronto il cavatappi arroventato.

Remigio: "Bei tempi, comunque, quando con Dolcino ci dedicavamo al cannibalismo..."
Adso (come non avesse sentito): "Però laggiù a dolcinopoli avevate anche preso l'abitudine di unirvi con le donne, vero???" [ah, Adso, adso...].
Remigio: "Beh... è un modo di vivere... carino... è stata un'esperienza mai vista... non c'erano più padroni... Dio era con noi!".
Adso: "Bello, come a Woodstock?? Ma Jimi Hendrix era fatto sul serio quella volta con l'assolo?"
Guglielmo: "Attento Adso, i profeti mandano gli altri a schiantarsi..."
Remigio: "Vabbè, era un gran Carnevale e a Carnevale tutto viene fatto alla rovescia... no???" [sguardo ammiccante al giovine, che si controlla sotto il saio]

Manca un ultimo stimolo affinché il tedeschino vada a concludere: un dialogo surreale che lo convinca a mollare abbazia e abbaziati.
Alinardo: "Da giovane ho tradotto un poema greco intitolato Il male, cioè Mimnermo".
[Tutti ridono. Come faccia Mimnermo a far ridere rimane un enigma]
Allora Jorge si arrabbia: "Cristo non ha mai riso!!!"
Guglielmo: "Il riso fa bene come i bagni alle terme".
Jorge: "Il riso scuote il corpo e rende l'uomo simile alle scimmie"
Gugliemo: "Solo l'uomo ride, è segno della sua razionalità"
Jorge: "Ma figurati!"
Guglielmo: "San Lorenzo chiese ai suoi carnefici di girarlo, perché da un lato era già cotto".

E al pensiero del Santo grigliato, si grigliano anche i corpi cavernosi di Adso, che ruba un paio di allusivi Saint honoré dalla cucina per portarli a Occitana. Giunto nel bosco, col solito richiamo del colibrì carcassone trova la tizia. Le dà i bigné e le sussurra teneramente all'orecchio: "Si chiama metafora..."; lei gradisce; si guardano; lei gli bacia le mani; lui la guarda a pesce lesso; lei prova a baciarlo; lui si ritrae perché è monaco, ma continua a guardarla; non spaventarti, gli dice lei: ASPETTERO'; pronta ad aspettare per mesi e mesi, si sfila la spallina; lo accarezza; lui pesce lesso; lo avvicina; bacio; lo spoglia e sotto!!!




[Nel frattempo all'abbazia arriva un cardinale mezzo zoppo e chiede del vino rosso]

Si torna in mezzo al bosco con Adso e Occitana a guardare il cielo e lui, fresco fresco di peccato carnale - cioè mortale per un monaco: "Quanto può essere meraviglioso il mondo?" [intanto lei sgranocchia il bigné]

Di nuovo in abbazia.
Bernardo: "Maaaaa... tutte queste webcam?".
Malachia: "Dobbiamo... ehm... tenere d'occhio il novizio..."
Bernardo: "Ma di preciso cosa sapete di lui?"
Malachia: "Beh, prima di fare il monaco giocava a calcio nel Colonia... difatti ha la camminata a gambe arcuate tipica dei calciatori..."
Bernardo: "E quando gliele avete viste, le gambe arcuate??"
Malachia: "A-ehm... abbiamo le docce in comune... e in ogni caso ho mandato un piccione a Melk per saperne di più".
Bernardo: "Delle gambe??"
Malachia: "Ma no, del passato della sua famiglia!"
Bernardo: "Ah, vili, un ficcanaso tedesco in Piemonte!! Fate in modo che nessun francescano usi il  piccione... men che meno Adso!!"
[risatine in sottofondo]

E Adso?
Finiti i bigné con Occitana, viene portato da Robina. Due donne in una volta sola: è la mia giornata, dice tra sé e sé il biondino. Difatti non capisce più niente.
Robina: "Senti, ciccio, già che parli esperanto, ringrazia per avermi aiutato questa qui coi capelli PERFETTI nonostante viva di ghiande e fatti dare la ricetta delle medicine e del balsamo".
Adso: "Scusa, non parlo la sua lingua ma la capisco".
Robina [girandosi su un fianco]: "Vabbe' ciao".
Adso: "Cambiando discorso, perché sei ferita?"
Robina: "Vado a caccia per passare il tempo"
Adso: "Quindi ti sei ferita cacciando!"
Robina: "MA NO?????".

[Non preoccupatevi, in abbazia non stanno meglio....]


L'abate Abbone, girata per prudenza la ruota dell'isola, apre la disputa e relativo televoto. Il cardinale francese che aveva chiesto il vino entra spocchioso in sala, si avvicina a Guglielmo e apre i convenevoli:

"Caro Gandalf, è un vero piacere ritrovarsi qui a Gran Burrone..."

[Silenzio. Si sente un distinto rumore di chopper dalla roulotte dei costumisti in lontananza, subito seguito da un chiaro: "Ma 'mbecille, ma che c***o stai a ddi'????"]

Bernardo: "Ah-ehm, caro cardinale, volevi dire che le nostre dispute ti mancavano, vero??"
Cardinale: "Glom... sì sì, certo. Ecco, appunto, vogliamo chiuderla una volta per tutte col problema della povertà?"
Guglielmo: "La povertà è condizione imprescindibile per la salvezza"
Bernardo: "Povertà VOI?? Ma se quella volta là mi hai rifilato Vicolo Corto per la Centrale Elettrica!!"
Guglielmo: "Eri già passato su Viale dei Giardini e io avevo due alberghi, caro mio..."
Bernardo: "Marrano, tu menti!!"

[Nel frattempo Adso entra trafelato; i monaci, avendo intuito TUTTO, si esibiscono in un facepalm collettivo e dicono a Bencio di disattivare il wifi]

Guglielmo:"Dici? Adesso vediamo cosa dicono gli imprevisti. Vieni qui, Adso..."

[Il giovine si avvicina a Guglielmo, il quale gli infila la mano nel collo del saio - fremiti dal pubblico - e ne estrae un cartoncino]

"Cosa c'è scritto?", chiede Bernardo.
"Uh, uh,  fate tra passi indietro (con tanti auguri)... prego, Bernardo!".

[Bernardo, mormorando paroline poco francescane, indietreggia di tre passi e salta in aria]

Michele da Cesena: "Visto, a giocare a Monopoli? Noi abbiamo scelto di rinunciare a tutto!"
Cardinale: "E noi vi abbiamo bollati come eretici".
Michele: "Noi riteniamo che la rinuncia alla proprietà è meritoria e santa".
Cardinale: "No no, la proprietà privata è voluta da Dio e da Adam Smith".
Michele: "No, leggiti Luca 6 e Matteo 19: bisogna fare i poveri. Altro che accumulare terra e denaro. La salvezza è nell'amore".
Cardinale: "Ma non dirmi!! E allora mi spieghi perché ci avete fatto comprare le Black Rock quando erano a 442 e ci è toccato venderle a 436???"
Michele: "E a noi?"
Cardinale: "E a voi?? Ti rendi conto che ci siamo giocati la gita a Tokyo a vedere gli studi della Toei???"

E giù botte.

Adso: "Ma non ci sono argomenti migliori?"
Guglielmo: "Io mi sento come l'asino che deve scegliere cosa mangiare tra due sacchi. Capito Adso? DUE SACCHI".
Adso aggrotta le ciglia. Nel frattempo Michele da Cesena dà un sonoro 4 al conto.



[Nel frattempo Occitana, che ha il diametro cerebrale del mirtillo, viene ri-catturata da Salvatore con il laccio per conigli e portata nel mulino della carta, in modo che il tump-tump ritmico delle pale la predisponga al congresso col predetto]

E' notte: Adso sogna di annegare, quindi va da Guglielmo a confessarsi.
Guglielmo: "Era ora".
Adso: "Ho avuto un rapporto carnale".
Guglielmo: "Hai scelto la vita del monaco?"
Adso: "Sì, almeno credo".
Guglielmo, SUPERANDO A DESTRA SENZA FARE I FARI PREVENTIVAMENTE, fa diventare preistoria l'assoluzione preventiva di Bonifacio VIII a Guido di Montefeltro, e la lava via così: eri messo peggio di un eremita nel deserto. Non farlo più. Però almeno adesso che hai zompato sarai più indulgente con i peccatori.
[ineccepibile, no...?][ah, fosse stata la Rai di Bernabei....]

E Adso, a colpi di dolce stil novo feat. romanzo bretone feat. De amore di Andrea Cappellano: "La mia ragione mi dice di non peccare, ma il mo cuore la vede come portatrice di ogni grazia!!!"

[rumore di coda di Minosse in sottofondo]

Guglielmo: "Fatti un giretto in chiesa che ti passa".

Vabbe', corriamo [Robina che spunta all'abbazia, Salvatore col gatto nel sacco, ecc. ecc.] che sennò il pubblico s'addorme: ma tutta la vicenda sherlocckica che fine ha fatto?
Eccola: conscio del fatto che in abbazia si vogliono tutti bene, il farmacista urla a gran voce a Guglielmo che c'è un libro in farmacia pieno di immagini strane, MA NON E' SUO.
"Scusa vecchiotta..." ribatte il frate-profiler  "...comunque chiuditi dentro, che viene più facile, adesso devo finire di litigare con Gui: sai, Berny, che sarebbe il caso di fare un'assemblea generale elettiva? I successori degli apostoli non devono avere potere mondano per poter essere meglio vicari di Cristo".
Bernardo: "Bene, vieni dal Papa a dirlo!"
Guglielmo: "Non posso, ho la bronchite" [?]
Bernardo: "Ma se hai parlato per mezz'ora!!".
Gugliemo: "Vabbe', ma stavo discettando di verità evangeliche!" [prendete nota: disputa teologica is the new sciroppo alla propoli]

Intanto il farmacista muore.

Tutti a perquisire la farmacia, Adso trova un libro con la copertina fitta fitta di caratteri arabi che lui non riconosce come tali, e ovviamente Guglielmo lo cazzia: "Ignorante, manco l'arabo? Un dotto dovrebbe sapere le lingue!!"
Adso: "Ma neanche voi lo sapete.."
Guglielmo: "Sì, ma io almeno lo riconosco!!" [niente, sa sempre cosa rispondere]
Adso: "Vabbe', ma del libro che me ne faccio?"
Guglelmo: "Ma buttalo, a cosa ci serve l'arabo..."

Dopo aver associato anche la morte di Severino alle trombe dell'Apocalisse, Guglielmo va a farsi un giro, poi si ricorda dai suoi profondi studi universitari a Lutetia e Oxonium che ogni tanto nel Medioevo si creavano libri aggregando pagine in più lingue. Arabo compreso...
"Adso, torna in farmacia e riprendi il libro!"
Adso (sollevando il ciglio) "Quale libro? Quello che mi avete fatto buttare via, Maestro???"
Guglielmo (con la tipica umiltà del dotto medievale): "Bestia di un tedesco! Rapa ignorante! È normale commettere errori, ma ci sono soggetti che commettono più errori di altri e sono detti stupidi"
Adso: "Scusi maestro, ma perché a prima botta non avete pensato che..."
Guglielmo: "Ma perché quel libro era dentro una cintura di castità che non si è sciolta quando l'hai toccata, ho pensato ad un fake!!"




[Nel frattempo Gui arrostisce i piedi a Remigio, poi iniziano a parlare per enigmi:

Remigio: ero francescano
Bernardo: e adesso sei benedettino
Remigio: c'erano eretici ovunque, allora ho mollato
Bernardo: la depravazione eretica resta
Remigio: ma che stai a ddi'?
Bernardo: Vedete? Non ammettono la colpa, quindi sono in colpa! Ma si può sapere in cosa credi?
Remigio: in ciò che il buon cristiano crede
Bernardo: cioè?
Remigio: a ciò che insegna la chiesa
Bernardo: quale chiesa? Tu stai insinuando che se io credo a ciò che loro credono tu crederai a me, altrimenti crederai solo a loro!!!!]
[chiaro, no?]

Ma adesso siamo al culmine dell'episodio: Adso, che non congredisce da circa 6 ore, è ripreso dal fomento e va nel bosco ad usare uno dei due piccioni che non gli hanno requisito, cioè il richiamo con le dita. Ma Occitana non risponde, chissà perché? Forse perché è da tutt'altra parte?
[La puntata di Quattro abbazie mica è finita, sapete? Salvatore porta a Occitana un delicato patè di sterco guarnito da ottimi occhi di gatto e brunoise di viscere di squalo. Occitana, che se fosse un pelino furba, darebbe minimo 7 al menù giusto per sopravvivere, butta fuori un quasciuo che fa imbestialire Salvatore. Dimmi che ami me e non quel teutonico palestrato! Dimmelo!! E lei gli sputa in faccia... Strategia zero, insomma...]

Intanto Adso, fallito anche il richiamo della femmina di saltapicchio, viene colto dal leggerissimo sospetto che Occitana non risponda perché nell'aria echeggia quel fastidioso tump-tump che copre tutto... alt... "E questo tump tump cosa sarebbe..?", sobbalza il giovine.
Poi, intuito l'intuendo, si trasforma in Sonic il porcospino e schizza alla velocità della luce al mulino della carta e finalmente sente il richiamo. Anche l'altro richiamo.
Inizia qui un match con Salvatore in cui Adso rischia pure di restarci sotto [ricordate: integratori non è uguale a forza....] poi tutto si conclude con un uppercut devastante che però ha troppo rinculo, ragion per cui Adso precipita nel torrentello che alimenta il mulino inventando la nuova disciplina olimpica del bob acquatico senza slitta e sparisce tra le fronde. [Occitana fugge  dopo aver dato sciunqujie al menù]
Arrivano cavalieri a caso e Robina, novella Legolas, si appresta a scagliare il dardo. Fine.


[Che dire? Ormai la fedeltà del telefilm al libro è la stessa dei cartoni giapponesi di Pinocchio che giravano sulle reti private più di trent'anni fa (clicca qui per la versione splatter, qui per quella light). E non aggiungo altro].


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