Motto


"Chi scende, non sale; chi sale, non zucchero; chi scende, zucchero".



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domenica 10 novembre 2013

Le pagelle della settimana [8]. Tutto è relativo.

Governo Letta, ovvero  E = mc2. Prendo spunto da una freschissima riflessione del lugubre ma intelligente Corrado Augias (quello che fa le inchieste su una religione in cui peraltro non crede)(vabbe', anch'io ho scritto sulle tragedie di Seneca, ma non credo ai deliri profetici di Cassandra) iersera dalla Gruber, nell'ovattata atmosfera di Ottto e mezzo del sabato, quando Frau Dietlinde smette i panni bipartisan e convoca in studio tutti i più feroci detrattori di Silviuccio per un'ordalia sabbatico-orgiastica tutta a volta a ristabilire i sani criteri di Giustizia (che ovviamente sono i criteri della Sinistra) in un mondo troppo spesso deviato dalle televendite degli aspirapolvere. Diceva insomma Augias, a domanda di Gruber sull'opportunità delle dimissioni della Cancellieri, che in un Paese normale esse dimissioni avrebbero dovuto essere immediate, ma siccome viviamo in un Paese guidato da un pregiudicato, allora no. Il che sarebbe l'ennesima declinazione del così fan tutte, solo che le tutte stavolta sono un tuttone, Silviuccio, appunto. Non staremo qui da buoni ultimi a disquisire sul topic dimettiti-non dimetterti (per noi era un sì, ma poco cale). È semmai la meravigliosa relatività, generale e ristretta allo stesso tempo, della squadra di governo di Letta a lasciarci senza fiato. Se c'è una cosa per cui questo anomalo esecutivo passerà alla storia, non sarà per i sobri tailleurini della Lorenzin, né per la proposta di vendere le spiagge italiane (tanto Enea ha già dato...), né tantomeno per la coraggiosa invenzione della Google tax; macché: ricorderemo Jo Condor perché, lui governante per mandato altrui, il team di palazzochigini è risultato a seconda dei casi o vulnerabile come un foglio di carta velina in una bottega di coltelli o più duro del diamante più duro mai secreto dalle officine De Beers. A seconda dei casi, appunto. L'addio definitivo, forse, all'assolutezza della norma morale a favore di un'etica più, diciamo, situazionistica. 
Dicasi: Josefa Idem, per un presunto illecito a sfondo IMU commesso PRIMA DI ESSERE MINISTRO, anzi prima ancora di essere eletta in Parlamento, è stata impallinata dalla sera alla mattina. E, in linea assoluta, ci stava. Peccato che, come già notammo, ad una Idem che lamentava di essere finita sotto il fuoco di fila dei riflettori solo ora, si rispose che del resto quando si è personaggi pubblici bisogna aspettarselo, quindi se ci sono scheletri o scheletrini nell'armadio, guai a te; peccato, osservarono altri, che questa sia la situazione di Silviuccio da vent'anni. Cioè: per un IMU disapplicata o applicata male, senza nemmeno una condannuccia per la cosa in sé, Idem mi cade e Silviuccio mi resta dopo decine di inchieste e sentenze sfavorevoli di primo grado (poi definitive a Idem caduta)? È la situazione, si risponde, che cambia. Lui è il capo dell'opposizione, Idem no. Ciao Idem. Alfano, DA MINISTRO, si lascia passare l'NCIS kazaka sotto casa, ma di dimissioni manco a parlarne, perché la situazione è tale che si farebbe venir meno il sostegno del PDL a Letta. Cancellieri, DA MINISTRO, telefona disinvoltamente a casa di amici per convenire che le condizioni carcerarie dell'amichetta sono disumane. Giusto, no? No, perché nella situazione specifica gli amici sono i Ligresti, forse una dinastie affaristiche più maneggione degli ultimi 40 anni in Italia. Va bene interessarsi delle condizioni dei detenuti, ma c'è famiglia famiglia, e questa ha tenuto a libro paga il Cancellieri's son per poi liquidarlo per la misera cifra di 3 milioni di euris. Osserva Severgnini, pure lui da Gruber: non è l'atto più o meno umanitario in sé, è il conflitto di interessi che ci sta palesemente sotto. E allora che si dimetta, 'sta ministra, no? No, perché se siamo nella situazione in cui Silviuccio fa ancora i capriccetti dopo tre gradi di giudizio, allora la telefonista incauta può stare dove sta. E io, di conseguenza, potrei domani rapinare una gioielleria, tanto Berlusconi non è ancora decaduto... Ma in piena new vawe montiana, non si era dimesso un sottosegretario Malinconico (in tutti i sensi..) per questioni di cene pagate da gentaglia? Sì, ma era un'altra situazione. Ditemi voi quanto reggeremo questo gioco... Però Einstein approva, quindi voto 4+.

Michela Weisseblume Biancofiore aus Bolzano-Bozen: probabilmente la Silvio's Angel più odiosa del pianeta, peggio anche di Carfagna e Gelmini messe assieme, sempre con quel grugno aggressivo e sprezzante e con tutti i crismi del tipico rinfaccio-style di ormai acclarata matrice pidiellina (arroganza nelle risposte, copione imparato a memoria, parola rubata all'avversario, nonono con la testa quando l'altro parla e lei è inquadrata, ecc. ecc.). Del resto non si finisce imitate da Virginia Raffaele per niente. Orbene, simpatia Biancofiore, reduce dalla spettacolare performance alle regionali in Trentino-quelli pentiti di essere italiani a parte i finanziamenti a pioggia in quanto regione autonoma, là dove il PDL è precipitato, disintegrandosi, al 3% a causa di discutibili scelte di candidati voluti da lei, Biancofiore, insomma, si è presentata muso duro sempre da Lillina ("Siamo altoatesine tutte e due, Grub!" - letterale), l'altra sera, per commentare la facezia berlusconiana sui figli ridotti peggio degli ebrei sotto Hitler. Presenti un gongolante Bruno Vespa, nel cui ultimo, imperdibile libro è contenuta la predetta facezia, e un deputato PD figlio di padre morto ad Auschwitz. Non perdiamo nemmeno tempo ad esecrare la facezia, ma ci concentriamo sul paraculaggio di Biancofiore: Berlusconi è amicissimo degli ebrei, dice lei, è stato applaudito allo Yad Vashem nel 2010, e comunque la sua frase si riferisce agli ebrei al tempo delle persecuzioni hitleriane, MA NON NELLO SPECIFICO AL PERIODO DELLA SHOAH. Ah, beh, ma allora cambia tutto... Fatica sprecata, quella del deputato piddino, ricordare a Biancofiore che le une sono la premessa dell'altra. Embe'?, ri-opina la bolzanina, Berlusconi non ha fatto riferimento preciso all'Olocausto. Le persecuzioni premettono, MA NON SONO la Shoah. Filologia ai massimi livelli: siccome Silviuccio non ha detto apertis verbis "Shoah", tu non puoi dedurre arbitrariamente la consequenzialità del suo pensiero. Perché le persecuzioni pre-Shoah invece erano cosucce, nevvero Weisseblume? Anzi, gli ebrei quasi ci si divertivano, no? E poi il classico rinfaccio finale: "Vi scandalizzate oggi, ma quando ieri Schifani ha insultato gli altoatesini con frasi simili a quelle di Berlusconi, nessuno mi ha difesa, eh? Eh? Eh?". Quanto vomitevole sofisma.... Voto 10 alla sfacciataggine, 2 all'idiozia pur di difendere sempre gli sproloqui silvieschi. (Taccio su Vespa e i suoi occhi a forma di dollaro mentre la polemica montava in studio: opportunismo e sensazionalismo molto poco cattolici, Brunone mio; e per quanto tu devolva, come sempre, metà dei proventi in opere di bene, visto da quale fecciume mediatico essi proventi vengono, io un momento di vergogna lo proverei). 

Indiana Ezio Mauro e i Predatori della tomba Perduta. Ci eravamo tolti dalle storie Priebke e tutti i rancori ardeatini sembravano essere svaniti con lui. Voglio dire: i discendenti dei massacrati dell'eccidio e noi tutti continueremo ad esecrare l'uomo, che da parte sua non ha potuto far altro che blindarsi dietro il lemma: "Eseguivo gli ordini", dotato di una esteriore e folle  logica, ma che in termini assoluti è un abominio; del resto, sempre per restare einsteiniani, i tedeschi concepirono il massacro delle fosse ardeatine come rappresaglia per un attentato partigiano, a detta di molti anche superfluo, ma essenziale per i partigiani ai fini della guerriglia, e però per alcuni controproducente, se si pensa a quali conseguenze ha portato. Insomma: una di quelle pagine tragiche della storia, comunque la si guardi, ci sono stati solo sconfitti. Minosse giudicherà Priebke e lo assegnerà al girone di spettanza. Sulla terra, i vivi hanno trasformato le esequie del nazista in guerriglia urbana, evento alla fine del quale tutti noi desideravamo solo una cosa a riguardo del defunto: l'oblio. Sparisci, assassino, porta con te il tuo pentimento vero o fasullo, lascia che le ferite provocate dalla tua sola esistenza cicatrizzino, non per farci dimenticare, ma per farci elaborare la disumanità di cui sei stato protagonista. Il sacro linimento del Tempo, unica vera soluzione ai dolori più acuti. Poteva andare così? No, perché quei cervelloni di Repubblica, evidentemente saturi fino alla nausea di decadenze e tessere gonfiate, si sono messi a fare indagini di fondamentale importanza per la vita del Paese e sono finalmente arrivati a scoprire il luogo della sepoltura di Priebke. Ah. E quindi? Adesso facciamo gli scoop su gente di cui vorremmo solo dimenticarci? Ma soprattutto: quale plus di informazione e di educazione della coscienza civile deriva dal fatto di sapere dove è sepolto quel tizio? Nessuno: è il puro gusto del ficcare il naso, dello spiare ciò che si voleva celato a tutti, dello scoprire dove è stato nascosto il barattolo di Nutella che non si voleva farci mangiare. Siamo tutti d'accordo che non è possibile tirar fuori l'inchiesta finedimondo ogni settimana, ma perdere tempo per sapere dove sta sepolto chi meriterebbe solo l'oblio è puro onanismo informativo (gente filosofa ha detto cose assai giuste, peraltro). Voto 4, e abbassate la serranda.

Per lo spazio Un hair stylist per Civati, segnaliamo questa settimana che l'anti-Renzi gradevole alla vista, che evidentemente spera che l'occhio ceruleo e il capello vaporoso facciano premio sui nei e sulla parlantina con la zeppola del sindaco di Fiorenza, Civati insomma sta sempre più prendendo una deriva estetica tra l'Hobbit e il Gatto di Pinocchio.  



L'altra sera dalla Gruber (sì, qui noi si guarda Gruber prima del film, embe'?) era inguardabile, nel senso che gli mancavano una corazza di Mithril e la lama Pungolo e poi potevamo spedirlo a Lorien. 

"Civati, senza il Palantìr non si va da nessuna parte!"

Pippo, Pippo, non caderci così, su....             

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