[Mentre la folla
riprende posto in platea, sul palcoscenico si avvicendano loschi
figuri, tutti intenti a ripulire il pavimento dalle tracce di sangue
che gocciolano dalle due lavagne. Rientra Eligio De Marinis, Agostino
e Petrarca si siedono poco discosti da lui e osservano].
LAVAGNA 2: SCELTA CIVICA
[O CINICA?].
Mario, Marione adorato,
che brutto vederti così pesto & malconcio, relegato ad un
neanche 10% totale che cade come un macigno su tutto quello che hai
fatto in questi 15 mesi...
Eri, diciamocelo pure,
assai poco convincente come uomo politico che scende o sale o passa
in mezzo all'arena, dai (sul cagnolino Empy e scemate varie mi
taccio, ha già detto tutto Freccero)...
Quelle battutine di aspro
sapore english te le potevi permettere finché si giocava ad handicap
e alla tua compagine governativa era permesso tutto, poiché tutti
erano costretti a votare sì ai salassi che proponevi. Facile,
all'epoca, liquidare le obiezioni con ironia fredda e un po'
cerebrale; facile, certo, perché avevi su di te le stimmate del
Salvatore. Ma, come ti dissi a tempo opportuno, in una campagna
elettorale VERA, quelle in cui ci si mette la faccia e non solo, non
si può davvero pensare di ammannire lepidezze e salacità E BASTA.
Lepidezze e salacità che, peraltro, facevano da condimento ad un
programma che altro non era che la prosecuzione della macelleria
sociale da te attuata sin qui. Ora, per quanto noi italiani siamo
quello che siamo, detto pure che la nostra atavica incapacità di
stare alle regole è nota, peggio ancora adesso che le regole ce le
impongono i discendenti di Ariovisto e Teodorico, è impensabile che
un popolo mediamente consapevole delle cose possa sopportare UN ALTRO
GIRO di tassazioni monstre dopo
l'IMU e l'aumento esorbitante dei prezzi carburantizi (a proposito,
già che si trattava di misure d'emergenza e l'emergenza è un
pochino rientrata, li vogliamo abbassare 'sti prezzi o no?). Insomma,
va bene che siamo i mariuoli d'Europa, ma anche il bambino più
meritevole di castigo di questo mondo, quando vede che il castigo non
ha altro fine che sé medesimo, configurandosi come gratuita tortura
le cui effettive ricadute pedagogiche restano remote, anche un
bambino siffatto uscirebbe pazzo, ribellandosi ancor di più. Così
fece l'itala gente: di fronte alle tue glaciali frasi sull'Europa che
vuole questo & quello, di fronte alla tua inamovibilità, degna
del miglior Farinata Degli Uberti, rispetto agli effetti recessivi
delle tue manovre (e tacciamo sulle pivellerie che hanno prodotto gli
esodati... e fortuna che questi insegnano all'Università...),
effetti che salvano i conti per gettare nel baratro le persone, di
fronte alla tua cieca idolatria delle Cifre, uniche vere divinità di
un pantheon in cui non c'è più stato spazio per alcuna forma di
comprensione, ebbene, il voto democratico ha sancito il suo NO. Ed è
un peccato, perché pare proprio che l'unica faccia minimamente
spendibile nei consessi europei sia la tua.
Solo che questi consessi
hanno mostrato un'incapacità di visione a lungo raggio che comincia
a far dubitare un po' tutti noi che, dietro alla spocchietta
dell'orgoglio nordico da primi della classe che costoro esibiscono,
si nasconda un dilettantismo politico pesantuccio. Siamo sinceri:
nella prospettiva eurocentrica, noi siamo gli sfigati e Germania,
Finlandia, Olanda ecc. i bravi ragazzi; al di là degli Urali e delle
Colonne d'Ercole, però, l'economia e la politica dell'UE contano
come il due di coppe, visto che Usa e Cina ormai se la raccontano tra
loro, ignorandoci praticamente su tutto. È davvero tutta colpa degli
Stati mediterranei?
Insomma,
è il solito problema: per quanto allegra sia stata la gestione
finanziaria di un Paese, allegria non più ammissibile in un sistema
economico integrato come quello dell'Europa post-Maastricht, il
rimedio non può essere il massacro. Rimettere i conti in sesto,
stabilizzare i parametri economici e finanziari al prezzo di non aver
più gente in grado di spendere i soldi che non ha, è talmente
paradossale che sembra incredibile che stiamo piegando giusto verso
quel baratro. Sarebbe come far esplodere tutte le testate atomiche
presenti sul pianeta per avere area edificabile gratis e ritrovarsi
senza nessuno che vada ad abitare le case che saranno costruite.
Mario, questa è invece l'idea di te che hanno recepito gli itali
votanti. Unita al fatto che, per stampellare qualcosa di
effettivamente traballante, ti sei affidato al vecchiume più
ridicolo, quelle frattaglie di ex centrodestra ormai prosciugate di
qualsiasi credibilità. Mi duole per Fini, che però ha commesso il
classico errore di chi va in chiesa per dispetto dei Santi: avesse
detto subito 'no' all'idea di creare il PDL nel 2007, lasciando AN
autonoma rispetto a Forza Italia, oggi vedremmo un'altra storia. Ha
invece pensato di poter tenere il piedino in casa, sicuro di sfilarsi
al momento giusto. Epperò, Fini caro, l'elettorato mal digerisce le
giravolte di quello che era lì, ma non voleva venire, che accetta di
partecipare, ma con riserva, che entra dove ce lo mandano, ma
restando 'distinto e distante'. No, Gianf, senti me: abbiamo passato
tutta la prima Repubblica ad assistere alle danze tribali dei
parlamentari che erano amici il giorno prima e il giorno dopo si
pugnalavano, quelli che davano la 'non sfiducia', che 'si riservavano
di valutare di volta in volta', che ogni sei mesi chiedevano 'la
verifica' di governo, mandando a Palazzo Chigi chi in realtà
volevano fosse bruciato per i secoli a venire. Ciarpame
veterorepubblicano. Troppo per gli ex aennini, assetati di uno
sdoganamento che tu hai favorito grazie a Silviuccio e che, per
essere irreversibile, non può finire in una lista di centro, dove
tutto si confonde con tutto. Hai avuto coraggio a sganciarti e a
subire la tua razione di macchina del fango, ma, come Gertrude, non
avresti dovuto dire sì al principe che ti voleva monaca. I
pentimenti tardivi non gratificano mai l'elettorato.
Poco
o punto dispiacere invece per te, Piffi caro. Guarda, visto che ormai
il mio passato elettorale è noto a chiunque, non esito a confessarti
che, nelle elezioni col maggioritario del 1996 e 2001, la crocetta
della quota proporzionale l'ho sempre messa sul tuo partito e,
tieniti forte, votai te e solo te alle regionali del 1995 e del 2000.
Chissà, forse avevo già germi di paraculaggine latente, e dare
proprio TUTTO il mio consenso a Silviuccio mi rugava già allora. Ma
così fu. Però vedi, sono quasi vent'anni anche con te e ancora oggi
mi chiedo: ma tu, tirate le somme, che programma hai proposto in
tutto questo tempo? Possibile non essere mai riusciti a capire,
dietro la selva dei tuoi 'no!', dei tuoi 'così non va!', dei tuoi
'ascoltate me!', com'è che secondo te le cose dovevano andare?
Possibile ch'io t'abbia visto esibirti in TUTTI i talk show politici
su qualsiasi rete nazionale e locale, ti abbia sentito decine &
decine di volte e alla fine della trasmissione mi sia sempre chiesto:
“Eh, quindi?”.
Niente da fare, tu e la tua boccuccia tonda, da
cui sono sempre usciti concetti tanto torniti quanto vuoti, calati
con quell'accento bolognese da maestrino che si esaspera nello
spiegare che il triangolo ha 3 lati e non 4, non siete mai giunti a
capo di nulla.
Di Berlusconi, si dica quel che si vuole, almeno
qualche idea si ricorderà, qualche slogan, dai, tipo “Per un nuovo
miracolo italiano”, “Meno tasse per tutti”, “Siamo il partito
del fare”, niente di che, intendiamoci, ma almeno la nostra
memoria, di qui a 50 anni, avrà qualche tag cui ricondurre il suo
pensiero. Di te non si ricorderà nulla, tu, degno allievo politico
di un altro maestro insuperabile nel montare a neve l'aria,
quell'Arnaldo Forlani che ha passato 30 anni di vita repubblicana
parlando del niente e finendoci pure dentro, con tanto di bavetta
rappresa durante gli interrogatori del processo Enimont. Ecco, Piffi,
non mi capacito di come tu sia riuscito, in tutti i tuoi anni di
protagonismo politico, a configurarti come un irritante signor-no che
sapeva benissimo indicare agli altri dove sbagliavano, ma quando gli
toccava proporre la pars construens precipitava in una
genericità a dir poco desolante. E alla fine di tutto, ti sei messo
con l'ultimo a cui poteva interessare davvero l'elettorato cattolico.
Ora, come hai fatto a credere che la brava zia di provincia, di
quelle che non si perdono neanche le messe in suffragio degli
sconosciuti alle cinque dei venerdì sera di luglio, avrebbe dato il
suo voto ad un androide calato dai freddi palazzi di vetro e acciaio
dell'Europa banchiera? Quale afflato sociale, quale etica
solidaristica, quale spirito di carità (agàpe, of course) hai mai
visto promanare da Marione in questi 15 mesi per convincerti a salire
in sella con lui? O, fedele alla tua linea di paguro nell'attinia,
hai capito di non avere altro compagno di viaggio? Eppure nel 2008
sei andato da solo e hai preso bene. O forse che stavolta pensavi che
quella roba lì del Marione ti avrebbe reso il tanto sospirato ago
della bilancia che sogni di fare da 30 anni, in ossequio alla
tradizione del partito in cui sei nato? Sbagliasti i conti, esimio. E
il Quirinale ora è più lontano. Se penso poi che il tuo partito, o
le bricioline che ne restano, rimane nominalmente l'ultima propaggine
di quella che fu la Democrazia Cristiana di De Gasperi, uno che, per
intenderci, ha risollevato l'Italia dal disastro, se penso che QUEL
partito da solo, alle elezioni del 1948, si portò via il 48% dei
voti e ora tu lo lasci all' 1,78... Sei ancora lì?
[svenimento
di beghine in platea, pausa soccorso, giù il sipario]
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